lunedì 30 marzo 2020

Anche la bellezza ci salverà: il busto di Nefertiti


Oggi andiamo al Neues Museum di Berlino e in particolare nella stanza 19 della sezione dedicata all'antico Egitto, dove si può ammirare il busto della regina Nefertiti. Mi ha sempre affascinato la solennità di questa scultura, che attraverso i millenni ci consegna un volto calmo, quasi ieratico, con i tratti regolari, permeati da una bellezza attualissima anche ai giorni nostri. A essere un po' frivoli, vogliamo parlare del trucco perfettamente applicato? Credo che tante makeup artist potrebbero imparare molto da quest'opera. Il nome Nefertiti, peraltro, significa “La bella è arrivata” e la regina viene definita come “signora di gioia, dispensatrice di grazia, che dona felicità a chi ode la sua voce”. 




A voi quale impressione suscita?

2 commenti:

  1. Chissà come si truccavano nell'Antico Egitto. Bella domanda.

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    Risposte
    1. Ne parla Lisa Eldridge nel suo libro Face Paint: The Story of Makeup. Spiega per esempio che in varie sepolture dell'Antico Egitto sono stati rinvenuti contenitori per il khol (kajal), che era formato da una miscela di vari ingredienti, fra i quali c'erano antimonio, mandorle bruciate, piombo, malachite etc, con i quali si realizzavano dei pigmenti colorati (neri, grigi o verdi). Poi venivano inumiditi con acqua o olio e applicati sugli occhi e sulle sopracciglia.

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