lunedì 13 maggio 2013

Un suggerimento al volo - 'Matrimonio alla moda' di Georgette Heyer


In questo periodo sono parecchio impegnata e non ho molto tempo da dedicare al blog, ma vorrei comunque segnalare qualche libro. Oggi suggerisco 'Matrimonio alla moda' di Georgette Heyer, che qualche tempo fa ho preso in biblioteca e letto con grande soddisfazione. Purtroppo è fuori catalogo, quindi non è facile trovarlo; in compenso, sono disponibili alcuni altri romanzi di questa autrice. 'Matrimonio alla moda' era stato tradotto in modo magistrale da Anna Luisa Zazo, che ha inserito anche alcune note molto divertenti. Dunque, la trama: siamo nella seconda metà del Settecento e la famiglia Winwood sta andando in rovina, soprattutto a causa della propensione per il gioco d'azzardo del figlio maggiore. Un vizietto deplorevole, ma cosa ci si può fare? Solo un buon matrimonio può salvare la situazione. La signora Winwood vorrebbe che la figlia maggiore sposasse il ricco conte di Rule, ma la ragazza è innamorata di un giovane tenente, mentre la sorella più giovane ha giurato di rimanere nubile. Resta solo la minore, Horatia - chiamata così in onore di Horace Walpole e detta Horry dagli amici -, che però ha appena diciassette anni. Ma se l'età le manca, il coraggio non le difetta: Horry, ben consapevole delle condizioni economiche della famiglia, chiede al conte di sposarla. Dopo lo stupore iniziale, il nobiluomo accetta e Horry si ritrova catapultata nella buona società londinese, dove grazie al fascino e alla prontezza di spirito trova subito molti amici. Non tutti, però, sono quello che sembrano e ci sono anche persone pronte a tessere intrighi di ogni genere per causare la rovina di Horatia... Fra spille scomparse, fanciulle rapite, balli in maschera e duelli il lettore viene coinvolto in un vortice che arriva troppo presto all'ultima pagina. Perché consiglio questo libro? Perché è avvincente e molto divertente; è senza dubbio una lettura leggera, ma la Heyer dimostra anche di possedere una notevole capacità di introspezione psicologica.



                                                         Copertina della prima edizione
 

domenica 12 maggio 2013

Sono una donna, non sono una santa (o qualunque altra cosa)


Una riflessione velocissima: qualche tempo fa ero in libreria e ad un certo punto ho notato l'ormai usuale pila di Cinquanta sfumature e imitazioni (tipo A nudo per te, Riflessi di te, Tè, caffé o me?, Iniziazione, Passione, Vabbè, abbiamo capito, Se mi leghi ti amo e ti lavo pure il pavimento). Segnalo che hanno anche ristampato una trilogia - perché questi libri sono sempre trilogie, poi? - che rivisita in chiave bdsm la storia della Bella Addormentata, scritta negli anni Ottanta da una certa A.N. Roquelaure che sarebbe Anne Rice sotto falso nome, forse si vergognava ma secondo Wikipedia ci ha guadagnato più che con Intervista col vampiro. Fin qui, comunque, nulla di strano. Dietro a questi volumi, però, si trovava una serie di titoli tipo I love Tiffany, Un regalo da Tiffany, Un diamante da Tiffany, Amore zucchero e cannella (da non confondere con Gabriella garofano e cannella di Amado), Ti amo ti odio mi manchi (deciditi!), Il profumo del tè e dell'amore. La mia domanda è: perché le donne devono essere ancora divise fra il ruolo di innamorata romantica e quello di mangiauomini? O sante o peccatrici? 'Siamo così, dolcemente complicate, praticamente dei cubi di Rubik con le tette' (cit. Luciana Littizzetto), ma alla fine siamo anche donne, esseri umani pensanti (e non dite 'A volte non si direbbe', che vale pure per certi uomini). Perché dobbiamo accontentarci di libri che ci vedono esclusivamente in balìa di romanticismi stucchevoli, alla ricerca dell'eterno principe azzurro che ci difenda, o fasciate nella tutina di latex che sarà pure il massimo dell'emancipazione ma mi pare decisamente scomoda? Non ci meritiamo di più?



Che poi insomma, a volte il principe azzurro non è proprio il massimo...