mercoledì 31 ottobre 2012

Halloween tutto da ridere - Due film e un libro


Ovvero, tre suggerimenti veloci se volete evitare i classici vampiri melensi, fantasmi vendicativi, ragazzine indemoniate etc.



Il primo film è Zombie Strippers, uscito nel 2008 per la regia di Jay Lee. Il governo americano crea un virus che dovrebbe far risorgere i soldati morti sotto forma di zombie, cosa che potrebbe tornare molto utile vista la propensione bellica degli yankee. Ovviamente, come sempre accade in questi film, qualcosa non va per il verso giusto e va a finire che a diventare zombie sono le spogliarelliste di un night club. La più amata dagli avventori e chiaramente detestata dalle colleghe, interpretata dall'ottima Jenna Jameson, è la prima a trasformarsi in non morta. C'è un però: la mutazione l'ha resa ancora più sexy e le altre ragazze si dividono fra chi vuole farsi trasformare e chi invece dichiara guerra ai mostri... Sangue come se piovesse, arti e carne che volano dappertutto, humour non proprio inglese, ma nel complesso il film è molto più divertente di quello che ci si potrebbe aspettare.



'Finché ti morde un lupo, pazienza. Quel che ti secca è quando ti morde una pecora' (Arthur Bloch).

La seconda pellicola, sempre abbastanza trash, è Black Sheep (2006, diretto e sceneggiato da Jonathan King). Siamo in Nuova Zelanda, che, se non ricordo male, una volta è stata descritta come 'Un paese di tre milioni di persone e sei milioni di pecore'. Prati a perdita d'occhio, case a chilometri di distanza l'una dall'altra, un'economia in cui l'allevamento degli ovini è fondamentale. Ovvio che si cerchi di rendere le pecore sempre migliori e più forti, e anche qui c'è il classico esperimento che sfugge di mano e crea una razza di terrificanti pecore assassine. Secondo me è un'idea geniale: le pecore, da sempre simbolo della mitezza, trasformate in belve assetate di sangue (letteralmente). Se amate questo tipo di umorismo, è il film che fa per voi. Questo è il trailer italiano:



Per finire, un romanzo:

Diary of a Wimpy Vampire di Tim Collins, casa editrice Michael O'Mara Books, 222 pagine, 7.64 euro (titolo italiano 'Diario di un vampiro schiappa', Sonzogno, 192 pagine, 13 euro, traduzione di Giulio Lupieri). Come Edward Cullen, Nigel Mullet è diventato vampiro durante l'adolescenza, ma, a differenza del fascinoso e sbrilluccicante protagonista di Twilight, Nigel è impacciato con le ragazze, ha i brufoli e dei genitori imbarazzanti: insomma, è quasi un adolescente normale. Va in giro con il gruppo degli emo (ah ah ah!) e vorrebbe conquistare una compagna di scuola arrivata da poco, ma non è facile... Pensato per un pubblico giovane, questo romanzo è molto gradevole anche per gli adulti.

Buon Halloween!





lunedì 22 ottobre 2012

Segnalazioni - Frankie se ne va a Hollywood e Badass Bastards


Siccome mi stanno piacendo molto, segnalo due romanzi a puntate del blogger de L'Antro Atomico del Dr. Manhattan: Badass Bastards: The Lost Platoon 2 (http://docmanhattan.blogspot.it/search/label/Badass%20Bastards) e Frankie se ne va a Hollywood (http://docmanhattan.blogspot.it/search/label/Frankie%20se%20ne%20va%20a%20Hollywood). Mi affascinano le storie e i personaggi (sebbene siano molto diversi), apprezzo lo stile e mi intriga l'idea della pubblicazione a puntate. E già che siamo qui, vi segnalo pure le sue riletture delle avventure di Barbie e Ken: http://docmanhattan.blogspot.it/search/label/Imperatrice%20del%20regno

domenica 21 ottobre 2012

Non solo libri - Il boia di Parigi


Titolo: Il boia di Parigi

Genere: fumetto

Soggetto: Paola Barbato

Disegni: Giampiero Casertano

Casa editrice: Bonelli Editore

Collana: Le Storie

Pagine: 114

Prezzo: 3.50 euro

'Il boia di Parigi' è la prima uscita di una nuova collana a cadenza mensile della casa editrice fondata da Sergio Bonelli.  La serie è dichiaratamente ispirata a una uscita nel 1976 e intitolata 'Un Uomo Un'Avventura': ambientazioni esotiche, lontane nel tempo, genere piuttosto vario (per le prossime uscite si parla di western, horror, gangster story...).

Ammetto di intedermi poco di stili del disegno. Lo stile di questo fumetto a me è piaciuto, per un'analisi più approfondita vi suggerisco il post di un esperto: http://prontoallaresa.blogspot.it/2012/10/le-storie-il-boia-di-parigi-la.html

Parliamo della storia. Il protagonista è Charles-Henri Sanson, una figura storicamente esistita: discendente di una nota famiglia di boia, visse fra il 1739 e il 1806 e operò durante la Rivoluzione Francese. Nel 1829 esce un resoconto della Rivoluzione firmato da lui, ma si scoprirà che è un falso. Non ci sono molte notizie certe sulla sua vita ed è circolata addirittura la leggenda che fosse un Templare (qualcuno avvisi Roberto Giacobbo). In questo fumetto Sanson è una figura affascinante: fedele servitore della famiglia reale, teme di essere giustiziato quando la monarchia viene rovesciata e apprende con stupore che Robespierre e Danton hanno scelto di nominarlo 'Boia del Popolo'. Sembra non avere fiducia nella Rivoluzione, il suo unico interesse è svolgere il suo lavoro con dignità e dedizione. Proprio quel popolo che prima lo temeva e lo odiava, adesso, in veste di uccisore del re e dei nobili, lo ama. E Sanson sembra capire le aspirazioni e i desideri della gente comune molto più di Robespierre e Saint-Just, che finiranno per essere travolti dalla macchina del Terrore che hanno creato.

La narrazione è coinvolgente e il ritmo è veloce. In complesso mi sembra un buon fumetto, aspetto la prossima uscita (La redenzione del samurai, Roberto Recchioni e Andrea Accardi, in edicola dal 13 novembre).

martedì 16 ottobre 2012

Scheletri nell'armadio


Ispirata dalla Leggivendola (http://laleggivendola.blogspot.it/) che parla di Halloween, vi chiedo: avete degli scheletri nell'armadio in fatto di libri? Quei libri di cui vi vergognereste a parlare a chiunque ma che amate alla follia? Quelli che aspettate con trepidazione, leggete tutto d'un fiato e nascondete in fondo a un cassetto, magari con la sovracopertina di 'Anna Karenina'?

Confessate :-) Anche perché, diciamolo, i romanzi russi sono capolavori, ma a leggere solo quelli dopo un po' viene voglia di buttarsi dalla finestra :-)


mercoledì 10 ottobre 2012

Citazioni


'L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali...'

Jorge Luis Borges. E grazie a Francesco Orlando, che non potrà mai leggere queste righe ma è stato un grandissimo insegnante.


domenica 7 ottobre 2012

The Second Coming - John Niven



Titolo: The Second Coming

Autore: John Niven

Casa editrice: Vintage

Pagine: 376

Prezzo: 9 euro


(Edizione italiana: A volte ritorno, ed. Einaudi, 400 pagine, 19 euro)



'GOD'S COMING – LOOK BUSY!'

So says the tattered sticker on the metal filing cabinet by the water cooler. But today it's no joke: God really is coming and people really are trying to look busy.



Verso il 1500 Dio ha deciso di prendersi una breve vacanza. Una settimana di riposo, per rilassarsi un po', andare a pescare, godersi la vita. Tanto a gestire la baracca resta JC (Jesus Christ), il ragazzo. Un piano perfetto, se non fosse che una settimana in Paradiso dura come cinquecento anni sulla Terra e che JC non è un amministratore proprio affidabile. Ha un cuore d'oro, è un tipo peace and love, ma forse la gestione non è il suo forte. Insomma, Dio (che per inciso è bello come un divo del cinema) ritorna dalla vacanza e trova guerre, malattie, genocidi, carestie, razzisti, movimenti pro-life e cristiani. Cristiani ovunque, una miriade di sette cristiane che hanno interpretato a modo loro i Dieci Comandamenti. Per esempio, dove sta scritto che io odio i gay?, si domanda un Dio molto, molto arrabbiato. JC, che ha trascorso molto tempo a farsi le canne con Jimi Hendrix - in Paradiso la marijuana è legale e di ottima qualità -, non sa cosa dire. Ad un certo punto, la situazione dev'essergli sfuggita di mano. Spera di cavarsela con una lavata di capo, ma suo padre la pensa diversamente: deve tornare sulla Terra per sistemare tutto. Di nuovo? Ma l'altra volta non è stata sufficiente?, chiede uno sbigottito JC. E invece gli tocca. Ma siamo nel 2009, non è più il caso di tirare in ballo Erode e i Re Magi. Adesso Gesù nascerà negli Stati Uniti e dovrà diventare famoso partecipando ad American Pop Star, un programma per aspiranti musicisti tipo X-Factor (si dà il caso che il ragazzo suoni molto bene la chitarra elettrica, l'amicizia con Jimi Hendrix ha dato i suoi frutti). Dovrà scontrarsi con il produttore più bastardo che sia mai esistito, Steven Stelfox (ispirato a Simon Philip Cowell), e dovrà sfidare una società che non capisce il suo approccio verso i poveri e gli emarginati. Il suo unico Comandamento è Be Nice, che più o meno significa 'Rispetta il tuo prossimo, aiuta chi ne ha bisogno' e i suoi nuovi apostoli saranno scelti fra gli ultimi della terra. Fra un viaggio con pochi dollari in tasca, il successo, la fama, le critiche, l'amore si dipana la vita terrena di Cristo nel 2009. The Second Coming è un romanzo molto divertente, ma l'autore lo usa anche per attaccare l'ipocrisia e i mali che dominano nel nostro mondo. Lo consiglio a tutti, ma è più probabile che vi piaccia se avete amato il film Dogma e Lamb (Il Vangelo secondo Biff) di Christopher Moore.


giovedì 4 ottobre 2012

Citazioni


'Una dittatura è quel regime in cui tutto ciò che non è proibito è obbligatorio'.

(George Orwell)

lunedì 1 ottobre 2012

The Paris Wife - Paula McLain



Titolo: The Paris Wife

Autrice: Paula McLain

Casa editrice: Virago Press

Pagine: 400

Prezzo: 7 euro



(Edizione italiana: Una moglie a Parigi, ed. Neri Pozza, 352 pagine, 17 euro)

[Pare che ci stiano anche girando un film, ma per ora non ho trovato molte informazioni]



Hadley Richardson, ventottenne timida e un po' malinconica, incontra l'affascinante Ernest, di sette anni più giovane di lei, esuberante, ambizioso e pieno di vita, ma anche un po' misterioso. Dopo un corteggiamento romantico, condotto in gran parte per lettera, decidono di sposarsi e di trasferirsi a Parigi. Ernest non è il fratello di Jack Worthing, ma colui che diventerà Ernest Hemingway. Per ora scrive articoli di giornale e tenta di farsi strada nel mondo della letteratura.
 


A Parigi la coppia frequenta gli intellettuali più importanti del tempo, fra i quali spicca Gertrude Stein, che, proprio durante una conversazione con Hemingway, inventò la definizione di lost generation, la generazione perduta, per riferirsi ai giovani che avevano vissuto l'esperienza straziante della Grande Guerra. Sono gli anni Venti, il periodo che Francis Scott Fitzgerald definì the jazz age, l'era del jazz, e che descrisse ne Il grande Gatsby.




Un'epoca in cui era facile arricchirsi, in cui le ragazze cominciavano a liberarsi dalle convenzioni sociali, lo champagne correva a fiumi e le feste duravano fino all'alba. Ma questo splendore nascondeva un grande vuoto e non sarebbe durato a lungo: il crollo di Wall Street del '29 avrebbe posto fine per sempre al lusso sfrenato di quel periodo. Ma negli anni in cui è ambientato questo romanzo Parigi è ancora la capitale degli intellettuali e il matrimonio fra Hadley e Ernest sembra funzionare. Presto, però, Hadley si rende conto che il marito è più debole di quello che vuole far credere: ferito sul fronte italiano durante la prima guerra mondiale, venne mandato in un ospedale e si innamorò di un'infermiera americana che non volle sposarlo. Memorie della guerra e ricordi di questo amore infelice lo perseguitano e talvolta gli impediscono di dormire per lunghi periodi. Ernest cerca di reagire e si interessa alla vita nei suoi aspetti più intensi e talvolta violenti: le feste, la boxe, la corrida (nel 1926 scriverà The Sun Also Rises, ambientato durante la festa di San Fermín a Pamplona), le donne. Infatti, pur essendo innamorato della moglie, non è indifferente al fascino delle ragazze belle e spregiudicate.



Hadley tenta di sopportare e di fingere che vada tutto bene, come canta Nora Bayes in una canzone intitolata appunto Make Believe. Anche la nascita di un figlio amatissimo non migliorerà la situazione e Hadley dovrà fare delle scelte...

Ho apprezzato questo romanzo per vari motivi. Innanzitutto, descrive molto bene gli anni Venti e l'atmosfera che vi si respirava e mi ha fatto scoprire alcuni lati di Hemingway che conoscevo poco. E' anche l'impietosa e acuta analisi di una storia d'amore, il che in generale è interessante, però vi avviso che è abbastanza triste, quindi non ve lo consiglio se state passando un brutto periodo, potrebbe darvi la mazzata finale. Detto questo, è molto coinvolgente e ben scritto, se ve la sentite è una buona lettura.


There are times when you feel sad and blue
Something's wrong, you don't know what to do
When you feel that way, stop and think awhile
Just make believe and smile...

Nora Bayes, Make Believe. Se vi va di ascoltarla la trovate qui: http://www.dailymotion.com/video/x8e6ng_nora-bayes-make-believe_music (purtroppo l'audio non è dei migliori).