sabato 21 settembre 2019

Perché Carnival Row è la serie da vedere in questo momento


Non sono una grande fan del fantasy, per cui non pensavo che avrei mai scritto questo post, e invece eccomi qua. Carnival Row è infatti una serie fantasy/steampunk ambientata a Burgue, una città che ricorda la Londra dell'Ottocento, nella quale convivono umani e creature fantastiche come fate, coboldi, fauni e altre, non tutte piacevoli da incontrare di notte in un vicolo male illuminato. La convivenza fra uomini e esseri di altre specie è tutt'altro che pacifica: in seguito a una guerra terribile, molte creature fantastiche sono state costrette a cercare rifugio a Burgue, ma hanno trovato la diffidenza, quando non l'aperta ostilità, degli uomini. Gli esseri fantastici sono quindi costretti a vivere a Carnival Row e molti di loro devono mantenersi svolgendo lavori umili o addirittura degradanti, come prostituirsi. 


All'inizio della serie incontriamo l'ispettore Rycroft Philostrate, detto Philo (che ha il volto di Orlando Bloom), sulle tracce di un assalitore misterioso che semina il panico a Carnival Row. Molto presto, però, Philo dovrà fare i conti con la furia cieca di una creatura che lascia dietro di sé cadaveri orribilmente mutilati. Philo è un uomo, ma al contrario di molti suoi colleghi ritiene che la giustizia sia un diritto per tutti e non si ferma di fronte alla magia (peraltro ad un certo punto si dice che gli uomini chiamano “magia” quello che non sono in grado di comprendere). Durante la guerra che ha causato la devastazione delle terre delle specie fantastiche, Philo ha conosciuto la fata Vignette Stonemoss, interpretata magistralmente da Cara Delevingne.



Vignette è un'eroina forte, un personaggio femminile coraggioso che affronta le difficoltà a testa alta e non ha paura di mettersi in gioco. A Burgue rincontrerà Philo, ma non sarà una rimpatriata fra vecchi amici, perché lo credeva morto. Philo è un uomo giusto, ma deve fare i conti con le proprie origini e questo non è semplice in un mondo in cui non sono ammesse le sfumature.

Forse avrete già capito perché ho intitolato questo post “Perché Carnival Row è la serie da vedere in questo momento”. Carnival Row, attraverso la finzione delle creature fantastiche, parla di noi: dei politici che strillano “Prima gli italiani” (o gli inglesi, o i francesi, o quello che volete), dei disperati che scappano dalle guerre e si ritrovano sui barconi, degli sfruttatori, di chi cerca di ricominciare da capo in luogo che non è casa e trova solo disprezzo, ma anche di chi prova a far sentire la propria voce per dire che tutto questo non è giusto. Burgue è una città grigia e soffocata dall'inquinamento come tante metropoli moderne, con i palazzi signorili dei ricchi a poca distanza dai quartieri sporchi in cui si affollano masse di emarginati. Carnival Row parla di razzismo, di odio e brama di potere, ma anche di accettazione di sé e degli altri, di amicizia e di amore, come la relazione fra Imogen, discendente di un'antica famiglia impoveritasi a causa degli investimenti fatti dal suo sprovveduto fratello, e Agreus, un fauno arricchitosi in modo poco chiaro che cerca di entrare nella buona società. 


La prima stagione di Carnival Row (otto puntate di circa un'ora ciascuna) è disponibile su Amazon Prime Video in lingua originale e dal 22 novembre 2019 con il doppiaggio in italiano.


venerdì 13 settembre 2019

Viaggio in Texas orientale con Texas Blues di Attica Locke


La Highway 59 taglia come una ferita la piccola città di Lark, meno di duecento anime: da una parte c'è la caffetteria di Geneva, un porto sicuro per i neri in viaggio, e dall'altra la villa in stile Monticello di Wally Jefferson, che invece con i neri non vuole avere niente a che fare. Il Texas, infatti, è ancora fortemente pervaso dal razzismo e quando dal bayou (una sorta di palude) riaffiorano i cadaveri di un avvocato di colore di Chicago, ma originario del Texas, e di una giovane donna bianca del luogo, per lo sceriffo sarebbe molto semplice archiviare la faccenda come un tentativo di stupro finito male e metterci una pietra sopra. Il ranger nero Darren Mathews, però, avverte subito una nota stonata e decide di approfondire. Darren è stato cresciuto dai due zii, fratelli gemelli, uno avvocato e l'altro Ranger, e, per quanto il Texas sia un posto difficile per le persone di colore, è casa sua e ha detto no alla tentazione di andarsene. Studia per diventare avvocato quando avviene quello che lui definisce il suo 11 settembre: i fatti di Jasper, cioè il brutale assassinio dell'afroamericano James Byrd Jr. ad opera di tre suprematisti bianchi nella cittadina di Jasper, in Texas. In quel momento si rende conto che la sua reale vocazione e il suo desiderio di giustizia possono essere soddisfatti solo arruolandosi nei Texas Ranger. All'inizio del romanzo, Darren sta attraversando un periodo di crisi: ha aiutato un vecchio amico a difendersi dall'aggressione di un bianco, ma deve sottoporsi al processo che ne è seguito, viene sospeso dal servizio e sua moglie, che ha sempre sperato che lui tornasse a studiare legge, lo caccia di casa. Quindi, un po' per non pensare ai problemi coniugali, e un po' perché sospetta che nelle morti a Lark c'entri l'Aryan Brotherhood (un'organizzazione razzista tipo il Ku Klux Klan, ma con i tatuaggi al posto dei cappucci), Darren inizia la propria indagine parallela a quella ufficiale. Pian piano si renderà conto che a Lark i rapporti fra i bianchi e i neri sono molto più complessi e sfumati di quello che appare a un primo sguardo e ricostruirà una storia antica, fatta sì di odio e violenza, ma anche di desideri, amore e passione. Attica Locke, nata in Texas e residente a Los Angeles, racconta la sua terra di origine con toni pieni di affetto, ma senza nascondere nulla delle difficoltà che i cittadini di colore incontrano nella vita quotidiana. Molti elementi del romanzo, infatti, come racconta la stessa autrice in questa intervista, sono reali. Attica Locke celebra il Texas con un romanzo appassionante, sofferto e pulsante di vita come un blues.

Traduzione di Alessandra Padoan, Bompiani, 317 pagine, 18 euro, ebook disponibile.