lunedì 30 settembre 2013

Poesia (post un po' a casaccio)


Premetto che di poesia, soprattutto di quella da inizio Novecento in poi, capisco pochino (un po' come per la pittura e la scultura). Però ho voluto accennarne qui perché ogni tanto mi piace leggere poesie, anche se spesso non sono in grado di dire esattamente cosa mi affascina. Uno dei miei poeti preferiti è Montale, di cui amo molto La casa dei doganieri e Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale (che secondo me è una delle più belle poesie d'amore del Novecento).
Ho trovato molto intrigante la poesia Warming Her Pearls di Carol Ann Duffy (Glasgow, 1955), che può essere letta da più punti di vista.
Se volete tenere d'occhio poeti (non professionisti, credo, ma comunque validi) di lingua inglese, potete consultare Hello Poetry . Se vi iscrivete alla newsletter, ogni giorno vi inviano una poesia. Qualche giorno fa sono rimasta molto colpita da I will be your moon (letta su The Moth ).

mercoledì 11 settembre 2013

Il fondamentalista riluttante - Mohsin Hamid



Titolo: 'Il fondamentalista riluttante'

Autore: Mohsin Hamid

Traduzione: Norman Gobetti

Casa editrice: Einaudi

Pagine: 134

Prezzo: 9.50 euro



“Vidi crollare prima una e poi l’altra delle torri gemelle del World Trade Center di New York. E allora sorrisi. Sì, per quanto possa apparire deprecabile, la mia prima reazione fu di notevole compiacimento”.
 
Ricordate dove eravate l’undici settembre del 2011? Io ero a casa e avevo acceso la televisione. Vedendo le immagini dell’attacco pensai ‘Uff, il solito film di fantascienza’ e cambiai canale. Ma le immagini si ripetevano, ancora e ancora. Ovviamente è facile guardare all’undici settembre dal punto di vista degli europei, per non parlare di quello degli americani. Ma il resto del mondo? Changez è un pachistano che a diciotto anni vince una borsa di studio per la prestigiosissima università di Princeton. È ambizioso, si dà da fare, si laurea in modo brillante e viene poi assunto in una ditta non grandissima ma importante. In poche parole, la ditta si occupa di valutare il possibile rendimento di varie attività e segnalare al committente se è il caso di sfrondare l’organico dei dipendenti (insomma, licenziare qualcuno). Changez lavora tantissimo e si guadagna la stima di uno dei capi, Jim, un uomo che ha la capacità di capire al volo i sentimenti di chi gli sta di fronte. E Jim comprende subito che il ragazzo non è sereno: Changez, infatti, al contrario di molti suoi colleghi ed ex compagni di Princeton, proviene da una famiglia modesta e se ne vergogna. In realtà, i suoi genitori tutto sommato sono benestanti, ma in passato la famiglia era abbiente e poi si è impoverita, quindi Changez è cresciuto con la consapevolezza che avrebbe potuto essere ricco. Quando si trasferisce negli Stati Uniti cerca in tutti i modi di assimilarsi allo stile di vita dei figli delle classi alte: all’università fa dei lavoretti ma non lo dice a nessuno e simula la tranquillità di chi sa di avere il portafogli sempre pieno. Si innamora di Erica, una ragazza bellissima ma imprigionata in un passato tormentato che la porterà ad alienarsi sempre di più dalla realtà. Dopo l’undici settembre, i difetti della sua patria di adozione gli diventano sempre più chiari (il neocolonialismo, la guerra giusta) e Changez comincia anche a chiedersi quanto sia sensata la devozione maniacale verso il lavoro. Torna in Pakistan per un po’, ma anche lì si trova a disagio: i suoi familiari pensano che la vita negli Stati Uniti sia un salto di qualità notevole e Changez non riesce a spiegar loro i motivi del suo malessere. Diventa un uomo a metà fra due mondi e due stili di vita, privo di punti saldi a cui aggrapparsi, in bilico fra realtà completamente diverse.


Ho trovato interessante questo romanzo proprio per il modo in cui descrive il travaglio interiore del protagonista, un uomo che forse è soprattutto alla disperata ricerca di se stesso e di un’identità socialmente prestigiosa. Il denaro è molto presente in ‘Il fondamentalista riluttante’: denaro svanito, come quello della famiglia di Changez, denaro che serve per pagare vacanze all’estero, come quello degli studenti di Princeton. Denaro, ovviamente, come segno di successo e di grazia divina, come spiega Weber in ‘L’etica protestante e lo spirito del capitalismo’.
 
Pubblicato nel 2007, questo libro è anche un’affascinante riflessione sulle conseguenze dell’undici settembre e della guerra che ne seguì, analisi resa ancora più attuale dal fatto che proprio in questi giorni gli Stati Uniti stanno valutando l’opportunità di attaccare la Siria. Segnalo in proposito il commento del premio Pulitzer Thomas Friedman: “I keep reading about how Iraq was the bad war and Libya was the good war and Afghanistan was the necessary war and Bosnia was the moral war and Syria is now another necessary war. Guess what! They are all the same war” (New York Times, 7 settembre 2013).

lunedì 9 settembre 2013

Sono pazza di te (ma fino a un certo punto) - Marina Morpurgo



Titolo: Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)

Autrice: Marina Morpurgo

Casa editrice: Astoria

Pagine: 96

Prezzo: 8 euro (ebook: 6 euro)



Ho scoperto la Morpurgo qualche mese fa grazie alla Leggivendola. Ho letto ‘La scrittrice criminale’ e mi è piaciuto molto, ho comprato ‘Risorse disumane’ e ieri ho divorato ‘Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)’. Quest’ultimo è una raccolta di racconti che hanno come filo conduttore l’amore: l’amour fou, l’amore perverso, l’amore divino, l’amore monco, l’amore tardoerotico mediato da internet… Il punto di vista è sempre quello femminile: donne fidanzate, sposate, single, impegolate in relazioni bizzarre con uomini improbabili. C’è l’ebreo ortodosso che vuole convertire la malcapitata, il depresso che non ammette la propria malattia, quelli che cercano il brivido dell’eccitazione sulle chat erotiche. Uomini che non sembrano appartenere al ‘sesso forte’, anzi, hanno un sacco di nevrosi e manie (alcune tutto sommato innocue, altre meno). Le donne tentano di barcamenarsi in questo universo maschile privo di punti di riferimento e prima o poi si ritrovano a sognare di incontrare un uomo equilibrato e normale. Non il principe azzurro, ma semplicemente una persona ragionevole e di buon senso (che però, in effetti, a volte è un po’ come cercare il santo Graal). Le protagoniste di questi racconti si arrabbiano e soffrono, ma poi spesso approdano a un lieto fine e questo, secondo me, le rende forti. Capiscono che il complesso della crocerossina è, appunto, un complesso e non il modo migliore per avere una relazione equilibrata con l’altro sesso. Si rendono conto del fatto che le ubbìe del fidanzato di turno gli avvelenano la vita e trovano il coraggio di mandarlo a quel paese. Mentre scrivo mi è venuto in mente un libro di altro genere che ho letto qualche anno fa: ‘Donne che amano troppo’ di Robin Norwood (la prima edizione è del 1985). In questo testo l’autrice, una psicoterapeuta, tramite le storie di alcune pazienti delineava il tratto tipicamente femminile dell’amare troppo, cioè il vivere rapporti non sani basati sulla dipendenza affettiva, relazioni che talvolta si rivelavano distruttive per le donne, in alcuni casi fino a spingerle a tentare il suicidio. In ‘Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)’, i toni sono molto più leggeri e si ride parecchio: il messaggio di fondo, però, è sempre quello, secondo me sacrosanto, che non siamo nati per soffrire. Che se una relazione ci fa stare solo male forse non è il caso di incaponirsi e se il nostro compagno ha dei problemi insormontabili è ora di finirla con la favola romantica dell’amore che guarisce tutto.
 
 
 

giovedì 5 settembre 2013

In lettura




In ebook, che costa tipo 1.50 euro e il cartaceo è una roba pesantissima sulle mille pagine :D

La trama è nota: il giovane Edmond Dantès finisce vittima di un complotto che lo accusa di essere un sostenitore di Bonaparte e viene rinchiuso nell'inespugnabile prigione del Castello d'If. Conosce un altro carcerato, Faria, uno scienziato un po' matto (o forse no?), riesce a fuggire in modo rocambolesco e si costruisce l'identità del conte di Montecristo per vendicarsi...

Anni fa avevo visto uno sceneggiato tv con Gerard Depardieu. Il romanzo è molto lento, d'altronde, come dice Eco, ogni opera letteraria ha il proprio respiro (e all'epoca di Dumas gli scrittori pubblicavano a puntate, quindi più scrivevano e più venivano pagati).



                                                 (Gerard Depardieu, 15 anni e 30 chili fa)