sabato 31 marzo 2018

Libri letti a marzo





Ultimamente mi capita sempre più spesso di sentire persone entusiaste di diete quantomeno strampalate, rimedi naturali misteriosi, pozioni miracolose e chi più ne ha, più ne metta. Capirete dunque che quando mi è capitato fra le mani Le mie amiche streghe di Silvia Bencivelli (Einaudi, 17 euro, ebook disponibile) non potevo certo lasciarmelo sfuggire: la protagonista, Alice, è un medico e giornalista scientifica le cui amiche, giovani donne assolutamente razionali, ad un certo punto cominciano a credere ai piani astrali e alla medicina orientale e si interrogano sull'utilità dei vaccini. Valeria, per esempio, è incinta di un figlio molto desiderato e quando, in prossimità del parto, scopre che il bambino è podalico, prova tutti - ma proprio tutti - i rimedi che riesce a scovare su internet per far girare il nascituro, nonostante le perplessità crescenti dell'amica. Arianna invece è un'anestesista che a volte dà ai figli delle cure omeopatiche, anche se Alice si incaponisce a spiegarle che un preparato omeopatico è talmente diluito da essere quasi esclusivamente acqua fresca. Alice non riesce più a capire le amiche di una vita e più si ostina a spiegare l'infondatezza delle loro nuove panacee, con ricerche e dati alla mano, meno loro le danno retta. Eppure, dopo un semplice intervento chirurgico, Alice comincerà a guardare con occhi nuovi la virata irrazionale delle persone a lei più care. Dobbiamo affidarci solo alla medicina tradizionale o forse, con cautela, possiamo cercare di capire perché a volte troviamo conforto in rimedi da sciamani? Alice non ha una risposta definitiva, ma ci invita a non smettere mai di porci domande.




Girando in libreria mi sono imbattuta in Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso (Garzanti, 9,90 euro, ebook disponibile), che in realtà è il secondo di una serie. Sarebbe stato più logico leggere anzi il volume precedente, ma non c'era, per cui ho preso questo e devo dire che non è stato un problema, perché ci sono alcuni riferimenti a ciò che è stato raccontato prima, ma niente che possa compromettere la lettura di questo romanzo. Vani è una dark antisociale simpaticissima (soprattutto se apprezzate l'humor nero) che di lavoro fa la ghostwriter per una casa editrice torinese: in pratica, dai racconti sgangherati di personaggi vari tira fuori dei libri assolutamente rispettabili. È ovvio che il suo nome non compare mai e il suo capo, per renderla ancora più invisibile, la fa passare dalle scale di servizio. Grazie all'empatia che le permette di entrare in sintonia con gli aspiranti scrittori, però, Vani si è guadagnata anche un altro lavoro, quello di consulente per il commissario Berganza, una specie di Philip Marlowe taciturno e amante della buona cucina. Quando le viene commissionato di scrivere un ricettario-libro di memorie basato sui racconti dell'anziana cuoca di una ricca famiglia di Torino, Vani non è proprio entusiasta, dato che non ha la benché minima confidenza con pentole, torte e soffritti. Per fortuna può farsi aiutare da Berganza, e a rendere tutto più interessante ci sono la simpatia di Irma, la cuoca, che è un po' svanita ma racconta in modo brillante, e il fatto che ad un certo punto la vispa vecchietta si autoaccusa di un assassinio il cui colpevole ufficiale si trova già in galera. Vani chiede l'aiuto del commissario e insieme cercano di capire se ci sono degli elementi concreti per riaprire il caso. La trama del giallo secondo me non è proprio solidissima, ma ho letto con piacere questo romanzo grazie alle interazioni fra i personaggi, ognuno con le proprie peculiarità caratteriali e la propria storia da raccontare.




L'ultimo libro di questo mese è Una vita da libraio di Shaun Bythell (Einaudi, 19 euro, traduzione di Carla Palmieri, ebook disponibile). Credo che sia uno dei libri che ho comprato più velocemente: ero appena entrata in libreria, l'ho visto sullo scaffale delle novità a meno di un metro dalla porta, l'ho sfogliato e ho deciso di prenderlo. E non me ne sono pentita. Una vita da libraio è il diario di Shaun, che a trentun anni senza grandi aspettative diventa proprietario di una libreria dell'usato e tredici anni dopo continua a tenere aperto il negozio, nonostante i clienti bizzarri, l'aiuto di una dipendente piuttosto strampalata e la guerra continua con Amazon. Ma se qualcuno gli chiedesse cosa vorrebbe cambiare, la risposta sarebbe “Niente”. Shaun vive nel Galloway, una località piuttosto remota della Scozia, a Wigtown, una piccola comunità i cui residenti si conoscono tutti fra loro e se necessario sono pronti a darsi una mano. Shaun racconta tanti aspetti che non conoscevo della vita quotidiana in una libreria e introduce ogni mese con una citazione da “Ricordi di libreria” di Orwell (l'autore di “1984” lavorò part time in una libreria di Londra fra il 1934 e il 1936 e dalle citazioni non sembra che avesse apprezzato granché l'esperienza). Confesso che non ero consapevole di tanti aspetti della lotta dei piccoli commercianti contro i colossi del mercato e in particolare contro Amazon. Mi sono sentita un po' in colpa per tutte le volte in cui ho comprato libri online, senza riflettere sul fatto che dietro al mio acquisto poteva esserci una persona costretta a vendere a un prezzo troppo basso per guadagnare qualcosa. Spesso mi sono lasciata ammaliare dalla comodità di Amazon: cerchi su internet comodamente dal divano di casa, in due clic ordini e paghi e il giorno dopo il corriere suona al campanello con il tuo pacco. Non è facile abbandonare questa modalità di acquisto, però vorrei provare a utilizzarla un po' meno.



Shaun Bythell e la sua libreria

Riflessione random a chiusura del post: vi risulta che esistano uova di Pasqua con i libri come sorpresa? Non sarebbero una bella idea per chi ama leggere? Certo, c'è il rischio di trovarsi in mano un volume già letto, ma secondo me sarebbe comunque meglio dei classici portachiavi.