sabato 19 gennaio 2013

One-Dimensional Woman - Nina Power



Titolo: One-Dimensional Woman

Autrice: Nina Power

Casa editrice: Zero Books

Pagine: 74

Prezzo: 7.54 euro



(Edizione italiana: La donna a una dimensione. Dalla donna-oggetto alla donna-merce, ed. DeriveApprodi, traduzione di Bordin M. e Savi C., 120 pagine, 11 euro)
 

Nota: ho letto questo libro in inglese, ma, dato che ne esiste un'edizione italiana, volevo riportare il nome del traduttore. Purtroppo, con un certo disappunto, ho notato che questa informazione non è riportata sulla scheda presente nel sito della casa editrice. L'ho trovata su Ibs, che però fornisce solo i cognomi e le iniziali dei nomi dei traduttori.

 
Where have all the interesting women gone? If the contemporary portrayal of womankind were to be believed, contemporary female achievement would culminate in the ownership of expensive handbags, a vibrator, a job, a flat and a man.
 
Con queste frasi si apre l'introduzione a One-Dimensional Woman, un breve saggio in cui Nina Power, docente di filosofia presso l'università britannica di Roehampton, scrittrice e giornalista (collabora con il Guardian), fa il punto del femminismo nella modernità. Cosa significa oggi essere femministe? Ha ancora un senso dichiararsi a favore dei diritti delle donne (quali diritti)? La tesi alla base del testo della Power è che il femminismo sia stato fagocitato dalla società e trasformato in una vaga idea che serve per vendere borse, scarpe, vibratori, gioielli, cerette etc. ('E' così cool avere un vibratore! C'è anche in Sex and the City!'). Ovviamente, gli acquirenti sono le donne stesse, che si ritrovano schiave felici di una catena di marketing delirante. Non solo: le donne, soprattutto quelle più giovani, sono spinte a studiare e a curare il proprio aspetto esteriore per potersi piazzare in un mercato del lavoro in cui la flessibilità e la precarietà sono all'ordine del giorno. Non c'è nulla di male nell'essere competenti, anzi, ma talvolta alle donne viene richiesto di essere molto più aggiornate dei colleghi uomini. Peccato però che poi vengano licenziate appena possibile in caso di maternità, per non parlare del fatto che spesso, a parità di mansione, le donne sono pagate meno degli uomini. Quindi, in che modo oggi una donna può definirsi femminista? Quando lavora come un uomo, è bella e si prende cura della famiglia? Quando esce con le amiche per sfoggiare le scarpe di Manolo Blahnik e spettegolare sul nuovo fidanzato dell'unica assente? E' tutto qui l'essere donna nel 2013? Nina Power analizza vari elementi della società contemporanea per mostrare in che modo il femminismo sia stato svuotato di significato. Un esempio interessante è la pornografia: secondo l'autrice, un elemento rilevante dei primi film pornografici, realizzati soprattutto in Francia dopo il 1910, è il fatto che sono anche divertenti. Sembra che i protagonisti si divertano, punto totalmente assente nella pornografia attuale, che spesso ricorda più una gara e una lotta fra uomini e donne per chi realizza la performance migliore. E' vero che i film per adulti sono una cosa e il sesso reale un'altra, ma è probabile che molti giovani (di entrambi i sessi) siano influenzati da una pornografia in cui le donne sono invariabilmente prosperose e prive di peli superflui e gli uomini molto dotati e in cui l'atto sessuale segue più o meno sempre lo stesso rituale.
Il titolo del saggio riprende One-Dimensional Man di Herbert Marcuse, nel quale si rifletteva su come l'uomo moderno fosse intrappolato nella falsa libertà della democrazia liberale e del consumismo: dal 1964, anno di pubblicazione del testo di Marcuse, la situazione non è cambiata molto. Nina Power non offre soluzioni, ma pone delle domande che tutti, uomini e donne, dovremmo farci.