giovedì 17 settembre 2015

Miele - Ian McEwan



Traduzione: Maurizia Balmelli

Casa editrice: Einaudi

Pagine: 351

Prezzo: 13 euro
 
Serena Frome è una bella ragazza che, in piena Guerra Fredda, viene reclutata dai servizi segreti britannici grazie alla raccomandazione di un professore universitario con il quale ha avuto una relazione. All’inizio il lavoro nell’intelligence non è particolarmente emozionante - all’epoca, le donne erano destinate soprattutto all’archivio - e Serena si distrae grazie alla sua passione più grande: la lettura. Dopo l’ufficio torna a casa e la sera, nella sua stanzetta in affitto, divora romanzi uno dopo l’altro. A causa del magro stipendio può permettersi solo libri usati, ma riesce a tenersi aggiornata su tutte le ultime uscite. Ed è proprio l’amore per la lettura a fruttarle il primo incarico di rilievo: viene reclutata per l’operazione Miele, con la quale l’MI5 vuole finanziare un gruppo di intellettuali. Non saranno oggetto di pressioni esplicite su quello che dovranno scrivere, ma ovviamente si cercherà di far sì che producano qualcosa contro il comunismo. A Serena viene affidato il compito di occuparsi di Tom Haley, un giovanotto con un promettente futuro accademico che ha pubblicato una manciata di racconti. La ragazza legge tutto quello che Haley ha scritto, lo trova interessante e, con addosso i propri abiti migliori, va a Brighton per incontrarlo. Dopo i convenevoli, gli propina la frottola che i servizi segreti hanno preparato - lei lavora per una fondazione che vuole aiutare i giovani scrittori meritevoli a raggiungere il successo - e Tom abbocca, colpito anche dalle gambe lunghe di Serena messe in mostra da una minigonna. Anche lei, però, è attratta da lui e in breve tempo commette un grave errore: mescola il lavoro e l’amore. Con il pretesto di dargli qualche consiglio sul romanzo che Haley vuole scrivere, tutti i venerdì Serena lascia la grigia Londra per Brighton e i due passano insieme dei week end appassionati. La ragazza non è cinica e si domanda più volte se non dovrebbe dire a Tom qual è il suo vero lavoro, ma per un motivo o per l’altro non si decide mai. Tutto comunque sembra andare per il verso giusto, ma Serena non si è resa conto che prima o poi qualcuno potrebbe raccontare a Haley quello che lei gli ha taciuto…
 Miele non è una spy story stile Ian Fleming; non ci sono inseguimenti a bordo di auto sportive, sparatorie o gadget iper tecnologici. Vi ho ritrovato invece alcuni elementi presenti anche in Espiazione (potete leggere la recensione qui): Tom Haley è uno scrittore che crea personaggi e mondi alternativi in cui farli vivere, ma senza rendersene conto viene manipolato da Serena, che ha creato per lui una carriera al servizio della propaganda anti comunista. Eppure anche Serena diventerà oggetto delle fantasie da demiurgo di Tom: in un continuo gioco di specchi, chi è il manipolato e chi il manipolatore? Esiste davvero un’unica visione dei fatti, una verità oggettiva? Ed è possibile capire le ragioni di una persona che si rivela molto diversa da come credevamo che fosse? Ad un certo punto, nel testo c’è un riferimento all’Otello di Shakespeare, che mi fa venire in mente anche l’Amleto, nel punto in cui il principe di Danimarca fa mettere in scena un dramma nel quale viene descritto un evento realmente accaduto (l’assassinio del padre di Amleto): dov’è il confine fra realtà e finzione? E cosa succede a chi decide di oltrepassarlo?

4 commenti:

  1. Non so. A me questo Miele non ha convinto troppo...

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    1. Come mai? A me non è piaciuto quanto Espiazione, ma comunque l'ho trovato molto coinvolgente.

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  2. L'ambientazione british mi intriga molto e sono anni che mi riprometto di leggere qualcosa di McEwan, questo libro potrebbe essere un ottimo inizio direi. Mi piace molto la descrizione che ne hai fatto, soprattutto credo potrei apprezzare tanto il confondersi di realtà e finzione..

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  3. L'ho amato meno di Espiazione anch'io, forse meno di molti altri di McEwan (ad es. Chesil Beach) eppure più che in occasioni precedenti ne ho amato la scrittura. Dove la trama, la storia, forse zoppicava un po' ho trovato che la lingua rendesse la lettura piacevole ugualmente.

    Purple

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