giovedì 8 settembre 2022

Non solo libri: Brian e Charles

 


Brian e Charles è una commedia diretta da Jim Archer, vincitrice del premio Audience Favourite al Sundance Film Festival, nei cinema italiani dal 31 agosto.

Il protagonista, Brian Gittins, è un tipo piuttosto solitario che, come antidoto a un periodo difficile, si mette a costruire invenzioni strampalate con materiali di recupero. Un giorno, trova in una discarica la testa di un manichino e, unendola a una lavatrice e ad altri oggetti eterogenei, crea un robot. Durante una notte buia e tempestosa, il robot prende vita, inizia a parlare e si sceglie il nome di Charles Petrescu. Inizia così una bizzarra ma tutto sommato gradevole convivenza fra i due: Charles ha un particolare senso dell’umorismo ed è desideroso di imparare, Brian gli insegna quello che sa e si fanno compagnia a vicenda. A poco a poco, però, Charles diventa insofferente nei confronti del ristretto mondo di Brian - un piccolo villaggio del Galles del nord, uno di quei posti dove le pecore attraversano la strada - e esprime il desiderio di viaggiare ed esplorare posti nuovi. Brian, dal canto suo, è diffidente nei confronti degli estranei e non sa quale accoglienza potrebbe ricevere Charles, con il suo aspetto sgraziato e le sue manifestazioni eccentriche. Quando il bullo del villaggio viene a conoscenza dell’esistenza di Charles, la felicità di Brian viene messa a dura prova.

Non proseguo oltre con il racconto della trama per evitare di svelare ulteriori dettagli, ma posso dire che Brian e Charles riesce, in modo lieve ma non superficiale, a suscitare nello spettatore domande e riflessioni tutt’altro che banali. Rievocando suggestioni che ci rimandano a grandi classici della letteratura quali Frankenstein e Pinocchio, questa pellicola ci porta a interrogarci sul nostro rapporto con le persone alle quali vogliamo bene, a quale sia il confine fra desiderio di protezione e libertà individuale, sulle paure di chi è genitore, magari di un figlio con delle caratteristiche particolari. Tutto questo senza perdere la leggerezza, con un’aura da fiaba moderna, sullo sfondo di un paesaggio rurale, dove è la natura a dominare, grazie anche al fatto che il film è stato girato durante la pandemia. Insomma, un modo intelligente per trascorrere un’ora e mezza, secondo me adatto anche ai bambini, e che può diventare lo spunto per riflettere insieme su tematiche complesse.  





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