Titolo:
Sono pazza di te (ma fino a un certo
punto)
Autrice:
Marina Morpurgo
Casa editrice:
Astoria
Pagine: 96
Prezzo: 8 euro (ebook: 6 euro)
Ho scoperto la
Morpurgo qualche mese fa grazie alla Leggivendola. Ho letto ‘La scrittrice
criminale’ e mi è piaciuto molto, ho comprato ‘Risorse disumane’ e ieri ho
divorato ‘Sono pazza di te (ma fino a un certo punto)’. Quest’ultimo è una
raccolta di racconti che hanno come filo conduttore l’amore: l’amour fou, l’amore perverso, l’amore
divino, l’amore monco, l’amore tardoerotico mediato da internet… Il punto di
vista è sempre quello femminile: donne fidanzate, sposate, single, impegolate
in relazioni bizzarre con uomini improbabili. C’è l’ebreo ortodosso che vuole
convertire la malcapitata, il depresso che non ammette la propria malattia,
quelli che cercano il brivido dell’eccitazione sulle chat erotiche. Uomini che
non sembrano appartenere al ‘sesso forte’, anzi, hanno un sacco di nevrosi e
manie (alcune tutto sommato innocue, altre meno). Le donne tentano di
barcamenarsi in questo universo maschile privo di punti di riferimento e prima
o poi si ritrovano a sognare di incontrare un uomo equilibrato e normale. Non
il principe azzurro, ma semplicemente una persona ragionevole e di buon senso
(che però, in effetti, a volte è un po’ come cercare il santo Graal). Le
protagoniste di questi racconti si arrabbiano e soffrono, ma poi spesso
approdano a un lieto fine e questo, secondo me, le rende forti. Capiscono che il
complesso della crocerossina è, appunto, un complesso e non il modo migliore per avere
una relazione equilibrata con l’altro sesso. Si rendono conto del fatto che le
ubbìe del fidanzato di turno gli avvelenano la vita e trovano il coraggio di
mandarlo a quel paese. Mentre scrivo mi è venuto in mente un libro di altro
genere che ho letto qualche anno fa: ‘Donne che amano troppo’ di Robin Norwood
(la prima edizione è del 1985). In questo testo l’autrice, una psicoterapeuta,
tramite le storie di alcune pazienti delineava il tratto tipicamente femminile
dell’amare troppo, cioè il vivere rapporti non sani basati sulla dipendenza
affettiva, relazioni che talvolta si rivelavano distruttive per le donne, in
alcuni casi fino a spingerle a tentare il suicidio. In ‘Sono pazza di te (ma
fino a un certo punto)’, i toni sono molto più leggeri e si ride parecchio: il
messaggio di fondo, però, è sempre quello, secondo me sacrosanto, che non siamo
nati per soffrire. Che se una relazione ci fa stare solo male forse non è il
caso di incaponirsi e se il nostro compagno ha dei problemi insormontabili è ora
di finirla con la favola romantica dell’amore che guarisce tutto.
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