domenica 2 dicembre 2012

Simon and Hiroko - Marius Hancu / Recensione e intervista con l'autore


Trovate questo post sia in italiano che in inglese. Ho scritto la recensione e ho realizzato sorta di intervista con l'autore. Buona lettura!

 
Titolo: Simon and Hiroko

Autore: Marius Hancu
(http://mariushancu.blogspot.ca/2012_11_01_archive.html)
Pagine: 375

Prezzo: 2.68 euro
 
 
 
Simon and Hiroko è una coinvolgente storia d'amore ambientata a Tokio all'inizio degli anni Novanta. La città stessa diventa uno dei personaggi del romanzo: è descritta accuratamente attraverso molti dettagli: la metropolitana affollata, i parchi, gli appartamenti piccoli, il cibo giapponese... L'alterità culturale dei giapponesi, con la loro cortesia e gentilezza, si impone subito agli occhi del lettore. Simon è un giovane fotografo americano che si è trasferito in Giappone per lavoro. In rotta con il padre che sognava per lui un futuro nella finanza, con una madre egocentrica e distaccata, per Simon Tokio rappresenta la libertà. Appena arrivato all'aeroporto di Narita, incontra una ragazza di pochi anni più giovane di lui, Hiroko, che lo aiuta a fare il biglietto del treno. Alta per essere giapponese, snella e gentile, ma anche molto schiva, Hiroko evita cortesemente di dire il proprio nome a Simon - lui lo legge in una targhetta attaccata alla borsa di lei. Simon è subito affascinato dalla ragazza misteriosa e cerca di ritrovarla. Non sa che Hiroko proviene da una famiglia complessa: i genitori non vivono insieme, ha una sorella un po' sgradevole e, soprattutto, suo padre fa parte della Yakuza, la potente organizzazione criminale giapponese simile alla mafia. I tentativi di Simon vanno a buon fine: riesce a rivedere Hiroko ed è chiaro che lei ricambia il suo interesse. E' un amore delicato come i fiori di ciliegio: passeggiate, cene, piccole gite. La passione non manca, ma l'autore non si dilunga in descrizioni inutili. Il padre di Hiroko, Kazuhiro Yuasa, però, ha scoperto che lei frequenta un americano ed è deciso a ostacolare i giovani in tutti i modi. Kazuhiro è un personaggio negativo ma interessante: trascorre la maggior parte del suo tempo in una sorta di bunker sotterraneo, non ha amici (ma ha un fedele pastore tedesco che ha chiamato Tora Tora), cerca di controllare la vita delle figlie e, soprattutto, vive nel passato ('he … is surrounded by ghosts past', dice la madre di Hiroko). E' come se per lui la Seconda Guerra Mondiale non fosse mai finita: gli americani sono il male e tutto ciò che riguarda la loro cultura e il loro stile di vita deve essere rifiutato. Ha una relazione conflittuale con la figlia e le rimprovera di essere troppo moderna e di aver dimenticato le antiche tradizioni giapponesi. Hiroko fa la danzatrice, conosce i balli tradizionali ma preferisce quelli più moderni. Sa cosa significa essere una geisha e non vuole diventarlo. E' chiaro che Kazuhiro non può approvare il rapporto fra Hiroko e Simon. Anche il padre del ragazzo, però, ha delle vecchie ferite non guarite: il nonno di Simon era morto nel 1945, quando un kamikaze aveva attaccato la nave su cui lavorava come ufficiale.
Simon and Hiroko è la storia di un amore contrastato, sullo sfondo di un Giappone moderno ma al tempo stesso fortemente legato alle proprie radici. E' anche il ritratto di una giovane donna che lotta per affermare la propria individualità in una società ancora dominata dagli uomini che vorrebbero negarle il diritto di scegliere chi amare.
 
Intervista
 

Amaranta: Perché hai deciso di scrivere una storia d'amore?

Marius Hancu: Innanzitutto vorrei ringraziarti per l'intervista. Mi piace molto Gabriel García Márquez e adoro 'Cent'anni di solitudine', pensa che in passato cercavo di corteggiare le ragazze leggendo al telefono dei brani di quel romanzo. Quindi sono piacevolmente sorpreso nell'essere intervistato da una persona che si fa chiamare Amaranta.

Per tornare alla domanda, potrei rispondere: perché non scrivere una storia d'amore? C'è qualcosa di più importante dell'amore? Innanzitutto, ci trascina fuori dalla nostra vita banale. E' stimolante perfino quando non è corrisposto, ma quando è corrisposto secondo me non esiste nulla di meglio. E' così profondamente inserito nel nostro essere che se cercassimo di farne a meno tutto sembrerebbe morto.

A: In Simon and Hiroko ci sono degli elementi che ricordano Shakespeare.

MH: C'è un po' di Shakespeare in tutti noi :-)

A: Perché hai scelto di ambientare il romanzo in Giappone?

MH: Potrei rispondere 'Perché mi andava'. Scherzi a parte, ho vissuto in Giappone per due anni, proprio a Tokyo, che è al centro della storia. La bellezza naturale del paese e il contrasto fra vecchio e nuovo sono onnipresenti, affascinanti e potentissimi, non li dimentichi più. Vedo ancora gli alberi di bambù che si trovavano nel giardino di casa mia, i templi che a Tokyo sono dappertutto, Nara, l'antica capitale - i cervi nei vialetti davanti ai templi - Kamakura e Kyoto, che ho visitato. Soprattutto ho scelto di ambientare il romanzo in Giappone perché sono rimasto molto colpito dai giapponesi, che vivono in modo estremamente diverso dagli occidentali, hanno più pazienza e rispettano di più il passato. Infine, sono stato affascinato dai modi di fare, dagli abiti e dalla bellezza delle donne giapponesi.

A: Hiroko ha un rapporto difficile con il padre. Credi che nella società giapponese contemporanea gli uomini abbiano ancora un ruolo dominante?

MH: Hiroko ha problemi con il padre soprattutto perché sono molto diversi. Nella loro famiglia bontà e cattiveria sono distribuite in modo irregolare, come accade in molte famiglie. Kazuhiro è un idealista che è diventato malvagio. Quando era un ragazzo, voleva salvare l'onore della sua famiglia, macchiato trecento anni prima, ma quando si rende conto che non può farci molto entra nella Yakuza. Hiroko è ancora un'idealista.

Per quanto riguarda la società giapponese, è bene tenere presente che la storia si svolge negli anni Novanta. Le cose stavano cambiando, negli anni Ottanta era arrivata la prima generazione di donne che lavoravano come ingegneri in grandi aziende: non andavano a lavorare semplicemente per trovare degli scapoli da sposare, come avveniva in passato. E la situazione ha continuato ad evolversi.

Inoltre, da sempre le donne giapponesi sanno come imporsi in casa, quindi questa è una sorta di compensazione nel braccio di ferro fra i sessi.

A: Hiroko cerca di lottare per il proprio diritto di amare l'uomo che ha scelto. Sua sorella, invece, sembra accettare il ruolo che le viene imposto dal padre. In che modo hai creato il suo personaggio?

MH: Volevo creare un alleato per Kazuhiro nella famiglia Yuasa, una persona con meno principi di Hiroko, qualcuno che potesse capirlo un po' di più. Mi piace inserire personaggi diversi, promuove il conflitto e permette allo scrittore di esaminare le situazioni da vari punti di vista. E mi sembrava interessante mostrare che, proprio come nella vita reale, gli stessi genitori possono avere figli tanto diversi l'uno dall'altro.

A: Il padre di Simon non apprezza il lavoro del figlio, sembra che ritenga inutile la creatività. Credi che questo modo di pensare sia diffuso nell'America contemporanea?

MH: Il padre di Simon è bravissimo a fare soldi. Arricchirsi speculando in Borsa è tutto quello che conosce e che capisce, è l'unica cosa che sa fare (ed è un maestro). Quindi non si interessa alla predisposizione per l'arte del figlio. Però non vorrei generalizzare. Il padre di Simon è fatto così, ha i suoi difetti, ma credo che, al contrario, molti altri padri americani aiuterebbero i figli a raggiungere l'indipendenza e ad esprimere la propria creatività.

A: Cosa ne pensi del contrasto fra genitori e figli nella nostra società?

MH: Innanzitutto, il contrasto può essere molto più acuto di quanto avveniva in passato, perché ora i figli hanno dei modelli di riferimento lontanissimi da quelli dei genitori, modelli che provengono dalla tv, dai film e dai social media. Suppongo che oggi i genitori incontrino molte più difficoltà che in passato. In qualsiasi momento può capitare che tuo figlio prenda per oro colato qualcosa che è stato detto in una chat. I figli tendono ad allontanarsi molto presto, ma questo può portare a conseguenze estreme, come il massacro della Columbine High School.

A: Chi sono i tuoi romanzieri preferiti (sia contemporanei che del passato)?

MH: Ovviamente Gabriel García Márquez, a cui aggiungo, in ordine sparso, William Faulkner, Thomas Pynchon, Don DeLillo, Toni Morrison, John Fowles, Marcel Proust, George Eliot, Haruki Murakami, Julian Barnes, Anthony Burgess, Robert Penn-Warren, James Dickey, Evelyn Waugh, Ian McEwan, Virginia Woolf.

A: Mentre scrivevi Simon and Hiroko, ti sei ispirato a qualche scrittore contemporaneo?

MH: Vedere Haruki Murakami che parlava di Tokyo (al giorno d'oggi è una cosa probabilmente inevitabile per uno scrittore giapponese) mi ha incoraggiato a usare questa metropoli come sfondo per il mio romanzo. Però la Tokyo e il Giappone del mio romanzo sono farina del mio sacco e per molti versi sono immaginari, anche se si può trovare un riflesso di alcuni eventi reali, accaduti trecento anni fa e negli anni Novanta.

A: Hai deciso di vendere il romanzo su Amazon solo per il Kindle. Ritieni che internet stia cambiando le abitudini dei lettori?

MH: Assolutamente sì. E non solo internet, ma anche i vari lettori di e-book, come il Kindle o l'Ipad. Io scrivo moltissime note a quello che leggo, quindi preferisco leggere al computer, così posso copiare e incollare da Google Books o altri siti commenti di critica testuale o linguistica ai vari brani. Resto però favorevole ai libri stampati: li amo e so che molte persone la pensano come me.
 
 
 
                                                                       Cervi a Nara
 
 
 
 

                                                                                  Tokyo



1 commento: