Titolo:
One-Dimensional
Woman
Autrice:
Nina Power
Casa
editrice:
Zero Books
Pagine: 74
Prezzo:
7.54 euro
(Edizione italiana: La donna a una dimensione. Dalla donna-oggetto alla donna-merce, ed. DeriveApprodi, traduzione di Bordin M. e Savi C., 120 pagine, 11 euro)
Nota:
ho letto questo libro in inglese, ma, dato che ne esiste un'edizione
italiana, volevo riportare il nome del traduttore. Purtroppo, con un
certo disappunto, ho notato che questa informazione non è riportata
sulla scheda presente nel sito della casa editrice. L'ho trovata su
Ibs, che però fornisce solo i cognomi e le iniziali dei nomi dei
traduttori.
Where have all the interesting women gone? If the contemporary portrayal of
womankind were to be believed, contemporary female achievement would culminate
in the ownership of expensive handbags, a vibrator, a job, a flat and a man.
Con
queste frasi si apre l'introduzione a One-Dimensional
Woman,
un breve saggio in cui Nina Power, docente di filosofia presso
l'università britannica di Roehampton, scrittrice e giornalista
(collabora con il Guardian),
fa il punto del femminismo nella modernità. Cosa significa oggi
essere femministe? Ha ancora un senso dichiararsi a favore dei
diritti delle donne (quali diritti)? La tesi alla base del testo
della Power è che il femminismo sia stato fagocitato dalla società
e trasformato in una vaga idea che serve per vendere borse, scarpe,
vibratori, gioielli, cerette etc. ('E' così cool
avere
un vibratore! C'è anche in Sex
and the City!').
Ovviamente, gli acquirenti sono le donne stesse, che si ritrovano
schiave felici di una catena di marketing delirante. Non solo: le
donne, soprattutto quelle più giovani, sono spinte a studiare e a
curare il proprio aspetto esteriore per potersi piazzare in un
mercato del lavoro in cui la flessibilità e la precarietà sono
all'ordine del giorno. Non c'è nulla di male nell'essere competenti,
anzi, ma talvolta alle donne viene richiesto di essere molto più
aggiornate dei colleghi uomini. Peccato però che poi vengano
licenziate appena possibile in caso di maternità, per non parlare
del fatto che spesso, a parità di mansione, le donne sono pagate
meno degli uomini. Quindi, in che modo oggi una donna può definirsi
femminista? Quando lavora come un uomo, è bella e si prende cura
della famiglia? Quando esce con le amiche per sfoggiare le scarpe di
Manolo Blahnik e spettegolare sul nuovo fidanzato dell'unica assente?
E' tutto qui l'essere donna nel 2013? Nina Power analizza vari
elementi della società contemporanea per mostrare in che modo il
femminismo sia stato svuotato di significato. Un esempio interessante
è la pornografia: secondo l'autrice, un elemento rilevante dei primi
film pornografici, realizzati soprattutto in Francia dopo il 1910, è
il fatto che sono anche divertenti. Sembra che i protagonisti si
divertano, punto totalmente assente nella pornografia attuale, che
spesso ricorda più una gara e una lotta fra uomini e donne per chi
realizza la performance migliore. E' vero che i film per adulti sono
una cosa e il sesso reale un'altra, ma è probabile che molti giovani
(di entrambi i sessi) siano influenzati da una pornografia in cui le
donne sono invariabilmente prosperose e prive di peli superflui e gli
uomini molto dotati e in cui l'atto sessuale segue più o meno sempre
lo stesso rituale.
Il
titolo del saggio riprende One-Dimensional
Man di
Herbert Marcuse, nel quale si rifletteva su come l'uomo moderno fosse
intrappolato nella falsa libertà della democrazia liberale e del
consumismo: dal 1964, anno di pubblicazione del testo di Marcuse, la
situazione non è cambiata molto. Nina Power non offre soluzioni, ma
pone delle domande che tutti, uomini e donne, dovremmo farci.
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