Titolo:
The Paris Wife
Autrice:
Paula McLain
Casa
editrice:
Virago Press
Pagine: 400
Prezzo:
7 euro
(Edizione italiana: Una moglie a Parigi, ed. Neri Pozza, 352 pagine, 17 euro)
[Pare che ci stiano anche girando un film, ma per ora non ho trovato molte informazioni]
Hadley Richardson,
ventottenne timida e un po' malinconica, incontra l'affascinante
Ernest, di sette anni più giovane di lei, esuberante, ambizioso e
pieno di vita, ma anche un po' misterioso. Dopo un corteggiamento
romantico, condotto in gran parte per lettera, decidono di sposarsi e
di trasferirsi a Parigi. Ernest non è il fratello di Jack Worthing,
ma colui che diventerà Ernest Hemingway. Per ora scrive articoli di
giornale e tenta di farsi strada nel mondo della letteratura.
A
Parigi la coppia frequenta gli intellettuali più importanti del
tempo, fra i quali spicca Gertrude Stein, che, proprio durante una
conversazione con Hemingway, inventò la definizione di lost
generation, la
generazione perduta, per riferirsi ai giovani che avevano vissuto
l'esperienza straziante della Grande Guerra. Sono gli anni Venti, il
periodo che Francis Scott Fitzgerald definì the
jazz age, l'era del
jazz, e che descrisse ne Il
grande Gatsby.
Un'epoca
in cui era facile arricchirsi, in cui le ragazze cominciavano a
liberarsi dalle convenzioni sociali, lo champagne correva a
fiumi e le feste duravano fino all'alba. Ma questo splendore
nascondeva un grande vuoto e non sarebbe durato a lungo: il crollo di
Wall Street del '29 avrebbe posto fine per sempre al lusso sfrenato
di quel periodo. Ma negli anni in cui è ambientato questo romanzo
Parigi è ancora la capitale degli intellettuali e il matrimonio fra
Hadley e Ernest sembra funzionare. Presto, però, Hadley si rende
conto che il marito è più debole di quello che vuole far credere:
ferito sul fronte italiano durante la prima guerra mondiale, venne
mandato in un ospedale e si innamorò di un'infermiera americana che
non volle sposarlo. Memorie della guerra e ricordi di questo amore
infelice lo perseguitano e talvolta gli impediscono di dormire per
lunghi periodi. Ernest cerca di reagire e si interessa alla vita nei
suoi aspetti più intensi e talvolta violenti: le feste, la boxe, la
corrida (nel 1926 scriverà The
Sun Also Rises,
ambientato durante la festa di San Fermín
a Pamplona), le donne. Infatti, pur essendo innamorato della moglie,
non è indifferente al fascino delle ragazze belle e spregiudicate.
Hadley
tenta di sopportare e di fingere che vada tutto bene, come canta Nora
Bayes in una canzone intitolata appunto Make
Believe. Anche la
nascita di un figlio amatissimo non migliorerà la situazione e
Hadley dovrà fare delle scelte...
Ho
apprezzato questo romanzo per vari motivi. Innanzitutto, descrive
molto bene gli anni Venti e l'atmosfera che vi si respirava e mi ha
fatto scoprire alcuni lati di Hemingway che conoscevo poco. E' anche
l'impietosa e acuta analisi di una storia d'amore, il che in generale
è interessante, però vi avviso che è abbastanza triste, quindi non
ve lo consiglio se state passando un brutto periodo, potrebbe darvi
la mazzata finale. Detto questo, è molto coinvolgente e ben scritto,
se ve la sentite è una buona lettura.
There are times when you feel sad and blue
Something's wrong, you don't know what to do
When you feel that way, stop and think awhile
Just make believe and smile...
Nora Bayes, Make Believe. Se vi va di ascoltarla la trovate qui: http://www.dailymotion.com/video/x8e6ng_nora-bayes-make-believe_music (purtroppo l'audio non è dei migliori).
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