sabato 1 settembre 2012

Lazarillo de Tormes



Titolo: Lazarillo de Tormes

Autore: Anonimo

Casa editrice: Garzanti (ne esistono varie edizioni)

Pagine: 112

Prezzo: 7.50 euro



Lazarillo de Tormes è il capostipite dei romanzi picareschi ed uno dei grandi romanzi della letteratura spagnola. Il picaro è un individuo che vive di espedienti, di impieghi saltuari e di piccole truffe, è un poveraccio che si arrangia come può e si muove nei bassifondi della società. Pubblicato anonimo forse nel 1525, al massimo nel 1550, e seguito da tre continuazioni uscite nel 1554, racconta in prima persona le avventure di Lazarillo, nato sulle sponde del fiume Tormes. Figlio di un mugnaio - all'epoca i mugnai godevano di cattiva fama, perché si riteneva che rubassero la farina -, dopo la morte del padre la madre lo manda a fare l'aiutante di un cieco. E' solo il primo dei tanti padroni di Lazarillo: seguiranno un sacerdote spilorcio che gli farà fare la fame, uno scudiero con mille arie ma senza il becco di un quattrino, un venditore di bolle e molti altri. Il mondo di Lazarillo è miserabile e popolato da ladri, truffatori, osti, donnine allegre e mezzane. I religiosi sono spesso furbastri che cercano di raggirare le persone semplici per rubar loro del denaro o per scroccare un pasto. E' un universo martoriato dalle guerre e dalle malattie, un mondo in cui le pulci e i pidocchi infestano ogni luogo e in cui la medicina sostanzialmente non esisteva: è una realtà molto diversa da quella in cui vivono oggi gli abitanti dei paesi del Primo e del Secondo Mondo. La povertà estrema di Lazarillo e degli altri personaggi risalta ancora di più se si tiene presente che, quando il romanzo fu scritto, la Spagna era governata da Carlo V. Carlo V, grazie all'abile politica matrimoniale degli Asburgo, era l'erede di un impero su cui 'non tramontava mai il sole' perché si estendeva dall'Europa alle colonie sudamericane. Il re e la corte vivevano in mezzo ai fasti e al lusso, mentre gran parte della popolazione si arrangiava per sopravvivere.

E' anche un romanzo molto comico (soprattutto nella prima parte) e pieno di vita: tutti i personaggi sono estremamente credibili e affascinanti, seppure con i loro difetti. E' una delle prime rappresentazioni della vita delle persone comuni e si contrappone, come farà poi il 'Don Chisciotte', alle gesta degli eroi e agli amori delle dame che popolavano i romanzi cavallereschi. Da 'Lazarillo de Tormes' e 'Guzmán de Alfarache' (di Mateo Alemán) nel 1987 Mario Monicelli ha tratto un ottimo film intitolato 'I picari'.
 
 
 
             'Bambino che si spulcia', Murillo, databile fra il 1645 e il 1650 (museo del Louvre)

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