Titolo:
Lazarillo de Tormes
Autore: Anonimo
Casa editrice:
Garzanti (ne esistono varie edizioni)
Pagine: 112
Prezzo: 7.50 euro
Lazarillo de Tormes è il
capostipite dei romanzi picareschi ed uno dei grandi romanzi della
letteratura spagnola. Il picaro è un individuo che vive di
espedienti, di impieghi saltuari e di piccole truffe, è un
poveraccio che si arrangia come può e si muove nei bassifondi della
società. Pubblicato anonimo forse nel 1525, al massimo nel 1550, e
seguito da tre continuazioni uscite nel 1554, racconta in prima
persona le avventure di Lazarillo, nato sulle sponde del fiume
Tormes. Figlio di un mugnaio - all'epoca i mugnai godevano di cattiva
fama, perché si riteneva che rubassero la farina -, dopo la morte
del padre la madre lo manda a fare l'aiutante di un cieco. E' solo il
primo dei tanti padroni di Lazarillo: seguiranno un sacerdote
spilorcio che gli farà fare la fame, uno scudiero con mille arie ma
senza il becco di un quattrino, un venditore di bolle e molti altri.
Il mondo di Lazarillo è miserabile e popolato da ladri, truffatori,
osti, donnine allegre e mezzane. I religiosi sono spesso furbastri
che cercano di raggirare le persone semplici per rubar loro del
denaro o per scroccare un pasto. E' un universo martoriato dalle
guerre e dalle malattie, un mondo in cui le pulci e i pidocchi
infestano ogni luogo e in cui la medicina sostanzialmente non
esisteva: è una realtà molto diversa da quella in cui vivono oggi
gli abitanti dei paesi del Primo e del Secondo Mondo. La povertà
estrema di Lazarillo e degli altri personaggi risalta ancora di più
se si tiene presente che, quando il romanzo fu scritto, la Spagna era
governata da Carlo V. Carlo V, grazie all'abile politica matrimoniale
degli Asburgo, era l'erede di un impero su cui 'non tramontava mai il
sole' perché si estendeva dall'Europa alle colonie sudamericane. Il
re e la corte vivevano in mezzo ai fasti e al lusso, mentre gran
parte della popolazione si arrangiava per sopravvivere.
E' anche un romanzo molto
comico (soprattutto nella prima parte) e pieno di vita: tutti i
personaggi sono estremamente credibili e affascinanti, seppure con i
loro difetti. E' una delle prime rappresentazioni della vita delle
persone comuni e si contrappone, come farà poi il 'Don Chisciotte',
alle gesta degli eroi e agli amori delle dame che popolavano i
romanzi cavallereschi. Da 'Lazarillo de Tormes' e 'Guzmán
de Alfarache' (di Mateo Alemán) nel 1987 Mario Monicelli ha tratto
un ottimo film intitolato 'I picari'.
'Bambino che si spulcia', Murillo, databile fra il 1645 e il 1650 (museo del Louvre)
Nessun commento:
Posta un commento