sabato 22 febbraio 2014

Anna Karenina - Lev Tolstoj



Da parecchio tempo volevo pubblicare un post su Anna Karenina, ma non mi decidevo mai perché, oggettivamente, scrivere qualcosa di originale su questo romanzo è molto difficile. La trama è ben nota anche grazie alle varie trasposizioni cinematografiche - tempo fa ne ho pure trovata in tv una del 1935 con Greta Garbo in cui, ad un certo punto, Anna e Vronskij vanno beatamente in gondola a Venezia (trash allo stato puro).
 
 
 
Tra me e Anna Karenina non è stato subito amore a prima vista: l’ho iniziato e lasciato lì due volte, poi al terzo tentativo, molto tempo dopo, sono rimasta conquistata. Di Anna, sebbene sia la protagonista indiscussa, non si parla subito: il libro si apre con le difficoltà coniugali di suo fratello Stiva, un tizio che ama godersi la vita, non molto brillante ma simpatico. Una delle sorelle della cognata di Anna, Kitty, è una ragazza molto giovane che si prende una bella cotta per l’affascinante Vronskij, ma resterà delusa. Solo più tardi incontrerà Levin, il suo futuro marito, un uomo pacato e di buon senso, con il quale imparerà ad essere felice. Credo che uno dei punti di forza di Anna Karenina sia proprio il fatto che in realtà le relazioni descritte sono tre: il matrimonio fra Stiva e Dolly, l’amore proibito di Anna e Vronskij e il rapporto fra Kitty e Levin. Stiva non è cattivo, ma non si fa scrupoli a tradire la moglie. Sperpera il proprio denaro e si fa imbrogliare dall’amministratore della sua tenuta. Dolly è ancora giovane, ma è sfiorita e stanca e chiude un occhio sulle mancanze del marito. Anna, sposata con il rispettabilissimo e noiosissimo Karenin, è un’impeccabile moglie e madre fino a quando non prende una sbandata per il conte Vronskij, che è pure più giovane di lei. Se la relazione fosse stata tenuta più o meno segreta, la buona società ipocrita ne avrebbe bisbigliato dietro i ventagli e tutto sarebbe finito lì, ma Anna scappa con Vronskij e ha una figlia con lui. Il loro amore, però, si rivela una passione senza fondamenta: si amano, ma non riescono davvero a comprendersi e non possono essere felici. Kitty e Levin, invece, piano piano e non senza difficoltà, riescono a costruire una relazione solida, basata sulla fiducia reciproca. L’ansia di Levin durante il primo parto di Kitty è un esempio commovente di quanto l’uomo tenga a sua moglie.

Anna Karenina, però, non parla solo dei rapporti fra uomo e donna: Tolstoj descrive con grande acutezza anche molte altre relazioni interpersonali, come quella fra Levin e suo fratello. Credo che in questo romanzo si trovi, beh, più o meno tutto quello che serve sapere sulle relazioni umane.
 
Segnalo un intervento molto interessante di Paolo Nori, traduttore dal russo, sulle trasposizioni di Anna Karenina 
 
 

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