Da parecchio
tempo volevo pubblicare un post su Anna Karenina, ma non mi decidevo mai
perché, oggettivamente, scrivere qualcosa di originale su questo romanzo è
molto difficile. La trama è ben nota anche grazie alle varie trasposizioni
cinematografiche - tempo fa ne ho pure trovata in tv una del 1935 con Greta
Garbo in cui, ad un certo punto, Anna e Vronskij vanno beatamente in gondola a
Venezia (trash allo stato puro).
Tra me e Anna Karenina non è stato subito
amore a prima vista: l’ho iniziato e lasciato lì due volte, poi al terzo
tentativo, molto tempo dopo, sono rimasta conquistata. Di Anna, sebbene sia la
protagonista indiscussa, non si parla subito: il libro si apre con le difficoltà
coniugali di suo fratello Stiva, un tizio che ama godersi la vita, non molto
brillante ma simpatico. Una delle sorelle della cognata di Anna, Kitty, è una
ragazza molto giovane che si prende una bella cotta per l’affascinante
Vronskij, ma resterà delusa. Solo più tardi incontrerà Levin, il suo futuro
marito, un uomo pacato e di buon senso, con il quale imparerà ad essere
felice. Credo che uno dei punti di forza di Anna Karenina sia proprio il fatto
che in realtà le relazioni descritte sono tre: il matrimonio fra Stiva e Dolly,
l’amore proibito di Anna e Vronskij e il rapporto fra Kitty e Levin. Stiva non
è cattivo, ma non si fa scrupoli a tradire la moglie. Sperpera il proprio
denaro e si fa imbrogliare dall’amministratore della sua tenuta. Dolly è ancora
giovane, ma è sfiorita e stanca e chiude un occhio sulle mancanze del marito.
Anna, sposata con il rispettabilissimo e noiosissimo Karenin, è un’impeccabile
moglie e madre fino a quando non prende una sbandata per il conte Vronskij, che
è pure più giovane di lei. Se la relazione fosse stata tenuta più o meno
segreta, la buona società ipocrita ne avrebbe bisbigliato dietro i ventagli e
tutto sarebbe finito lì, ma Anna scappa con Vronskij e ha una figlia con lui.
Il loro amore, però, si rivela una passione senza fondamenta: si amano, ma non
riescono davvero a comprendersi e non possono essere felici. Kitty e Levin,
invece, piano piano e non senza difficoltà, riescono a costruire una relazione
solida, basata sulla fiducia reciproca. L’ansia di Levin durante il primo parto
di Kitty è un esempio commovente di quanto l’uomo tenga a sua moglie.
Anna Karenina,
però, non parla solo dei rapporti fra uomo e donna: Tolstoj descrive con grande
acutezza anche molte altre relazioni interpersonali, come quella fra Levin e
suo fratello. Credo che in questo romanzo si trovi, beh, più o meno tutto quello
che serve sapere sulle relazioni umane.
Segnalo un intervento molto interessante di Paolo Nori, traduttore dal russo, sulle trasposizioni di Anna Karenina.