Ho
iniziato il mese di febbraio in compagnia di Ragione & sentimento
di Stefania Bertola (Einaudi, 17,50 euro, ebook disponibile),
riscrittura del romanzo di Jane Austen. Come nel testo originale,
anche qui il racconto inizia con la prematura dipartita di un padre
di famiglia, l'avvocato Cerrato, che lascia la moglie e le tre figlie
Margherita, Eleonora e Marianna. Le quattro donne scoprono ben presto
che a loro insaputa il caro estinto aveva la passione del gioco
d'azzardo e per ripagare i debiti del defunto sono costrette a cedere
la bella casa in cui abitano al figlio di primo letto dell'avvocato,
un uomo non cattivo ma dominato da una moglie arpia. Per fortuna un
cugino della vedova offre loro di andare a vivere in un suo
appartamento senza pagare l'affitto e le nostre protagoniste cercano
di adattarsi alla nuova vita. Margherita è adolescente, va a scuola
ed è innamorata di ben due uomini misteriosi; Marianna non si è
ripresa da una delusione d'amore e vive aspettando il principe
azzurro. L'unica in famiglia con la testa sulle spalle è Eleonora,
che prende la vita come viene, ha
senso pratico e porta a casa uno stipendio da maestra. Al centro
della narrazione troviamo le vicissitudini sentimentali delle tre
ragazze, dagli amori fantastici di Margherita alla ricerca dell'uomo
perfetto da parte della bellissima Marianna, che nell'attesa di
trovare il grande amore si è iscritta a una stravagante associazione
chiamata Turris Eburnea e finirà quasi per farsi suora (ma suora
moderna, elegante
e con il progetto di organizzare un
corso gratuito di trucco per le bambine di Scampia).
Eleonora vive invece un amore più concreto per un giovane professore
di lettere, che però si è impantanato in una storia con una giovane
nigeriana fuggita dal suo Paese perché promessa sposa a un
delinquente locale. Ragione & sentimento è un romanzo
molto gradevole, ironico e ricco di personaggi e situazioni al limite
del surreale.
Molto
diverso è invece Resta con me di Elizabeth Strout (Fazi, 18,50 euro,
traduzione di Silvia Castoldi, ebook disponibile). È
ambientato negli anni Cinquanta in Maine, dove ad autunni dai colori
stupendi (giusto per darvi un'idea) si susseguono inverni
rigidissimi. Il protagonista è Tyler Caskey, il nuovo pastore
protestante di una piccola comunità, appassionato e gentile, amato
da tutti, anche se sposato con una ragazza di città troppo bella ed
eccentrica per piacere alle comari del paesino. La coppia ha anche due bambine adorabili, ma ad un certo
punto la signora Caskey muore e la fiaba dorata del pastore prende un
sapore amaro. Tyler deve mandare la figlia più piccola dalla nonna,
la maggiore smette di parlare e si comporta male all'asilo, l'uomo
non riesce più a scrivere i sermoni per la messa e dorme sul divano
del suo studio. All'improvviso gli occhi dei suoi parrocchiani sono
tutti puntati su di lui, ma non più in adorazione, bensì pronti a
criticare ogni sua mossa. Nei salotti, fra una tazza di tè e una
fetta di torta, le casalinghe annoiate si raccontano le ultime novità
e non esitano a dare giudizi su Tyler. La trama di questo romanzo,
come già nel caso di Olive Kitteridge e Mi chiamo Lucy Barton in sé è molto semplice, quasi
scarna: ma è il modo di raccontare della Strout che affascina.
Dipana davanti agli occhi del lettore descrizioni di giornate
invernali terse e freddissime, taglienti come la sofferenza di Tyler,
e noi ci immaginiamo questa comunità in cui quasi nessuno riesce a
dimostrare un po' di comprensione verso il pastore smarrito. Racconta
con precisione chirurgica le emozioni e i sentimenti dei personaggi,
a volte contrastanti fra loro, senza fare sconti a nessuno. E
alla fine una possibilità di redenzione viene offerta a tutti.
Il mese prossimo vorrei leggere Le mie amiche streghe di Silvia Bencivelli, che dovrebbe essere la storia di una giornalista scientifica le cui amiche ad un tratto diventano fanatiche delle terapie alternative e delle pozioni che fanno miracoli. Poi ho da tempo su uno scaffale il primo ponderoso volume della serie dei Cazalet (sì, arrivo ora, lo so) che mi guarda con aria accusatoria, forse è arrivato il suo momento. Ho sempre pensato che per alcuni libri ci sia il periodo giusto per leggerli, forse è l'attitudine del lettore o un allineamento astrale (o entrambe le cose, chissà). Cosa ne dite?