Titolo:
La zia Julia e lo scribacchino
Titolo
originale: La
tía
Julia y el escribidorAutore: Mario Vargas Llosa
Traduzione e cura di Angelo Morino
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 344
Prezzo: 12.50 euro
'In quel tempo remoto, io ero molto giovane e vivevo con i miei nonni in una villa dai muri bianchi di calle Ocharán, a Miraflores. Studiavo all'università di San Marcos, legge, mi sembra, rassegnato a guadagnarmi più tardi la vita da libero professionista, anche se, in fondo, mi sarebbe piaciuto di più riuscir a diventare uno scrittore'.
In queste poche righe che aprono il romanzo troviamo il ritratto del protagonista: Mario, alter ego dell'autore, è un ragazzo, vive con i nonni in un bel quartiere di Lima e studia qualcosa che gli interessa poco, con il sogno di diventare uno scrittore affermato. Lavora in una radio, e in un'emittente poco lontana, Radio Central, conosce Pedro Camacho, lo 'scribacchino'. E' un ometto bizzarro: indossa sempre gli stessi abiti macchiati e consunti, odia ferocemente gli argentini e si definisce 'boliviano e artista'. I proprietari dell'emittente hanno scoperto il suo talento durante un viaggio in Bolivia: Camacho scrive i testi per tutti i romanzi radiofonici che vengono trasmessi nel paese, li dirige ed è il primattore. Lo convincono a partire per il Perù e lo strano personaggio si mette subito all'opera: scrive fiumi di romanzi che riscuotono un enorme successo. Nel frattempo, Mario incontra Julia, una zia acquisita e divorziata, più grande di lui, con la quale inizia un flirt che piano piano diventerà qualcosa di più serio, nonostante la ferrea opposizione dei genitori di Mario. Vargas Llosa intreccia le vicende del protagonista e dei suo familiari ('la nostra famiglia era biblica, miraflorina, molto unita') con quelle dei personaggi dei romanzi radiofonici di Camacho: i capitoli dispari sono dedicati a Mario, mentre quelli pari riportano l'inizio di un romanzo sempre diverso. Sono storie piene di intrighi, passioni ed eventi tragici: dei feuilleton in piena regola che gli regalano l'affetto di un pubblico di fan che non si perdono neanche una puntata. E sono proprio gli ascoltatori i primi ad accorgersi che qualcosa non torna: i personaggi si complicano, tornano in romanzi differenti con ruoli diversi, le storie si ingarbugliano, la coerenza va a farsi benedire. Sembra quasi che Pedro Camacho sia stato inghiottito dal vortice di fantasia che ha creato e non riesca più a sbrogliare la matassa dei racconti..
La notevole capacità creativa di Vargas Llosa e l'umorismo che pervade tutto il romanzo sono i motivi principali per cui amo molto La zia Julia e lo scribacchino. Come tutte le opere di buona qualità, può essere letto a vari livelli: è una storia d'amore, un romanzo di formazione, un quadro del Perù, un'esplosione senza freni di personaggi indimenticabili. Mai triste (sebbene non tutto sia rose e fiori), il libro ha un ritmo ben congegnato ed è sempre molto divertente.
Attenzione: sulla quarta di copertina dell'edizione che ho io, che credo sia del 2006, sono presenti due inesattezze: si scrive che Camacho lavora per Radio Lima, mentre il nome giusto è Radio Central, e che Julia è vedova, quando invece è divorziata. Avevo scritto all'Einaudi per segnalarle e mi sembra che mi avessero anche risposto, però noto che sul sito della Feltrinelli ci sono ancora, quindi non so se le hanno corrette.
Mario Vargas Llosa
Miraflores oggi. Sembra un bel posto, no?