lunedì 30 marzo 2020

Anche la bellezza ci salverà: il busto di Nefertiti


Oggi andiamo al Neues Museum di Berlino e in particolare nella stanza 19 della sezione dedicata all'antico Egitto, dove si può ammirare il busto della regina Nefertiti. Mi ha sempre affascinato la solennità di questa scultura, che attraverso i millenni ci consegna un volto calmo, quasi ieratico, con i tratti regolari, permeati da una bellezza attualissima anche ai giorni nostri. A essere un po' frivoli, vogliamo parlare del trucco perfettamente applicato? Credo che tante makeup artist potrebbero imparare molto da quest'opera. Il nome Nefertiti, peraltro, significa “La bella è arrivata” e la regina viene definita come “signora di gioia, dispensatrice di grazia, che dona felicità a chi ode la sua voce”. 




A voi quale impressione suscita?

venerdì 27 marzo 2020

Anche la bellezza ci salverà: l'Infinito di Leopardi


Ormai forse si sarà capito che con questa rubrica del blog mi piace vincere facile, come diceva una pubblicità di qualche anno fa. Infatti, cosa c'è di più bello della poesia e a tale proposito come non citare l'Infinito di Giacomo Leopardi? È difficile non rimanere affascinati dalla descrizione dei sovrumani silenzi e della profondissima quiete che il poeta tratteggia con poche pennellate essenziali ed estremamente suggestive. Il testo è arricchito dalla stupenda interpretazione di Vittorio Gassman.




Cosa state leggendo in questo periodo? Io ho iniziato Guerra e pace, che volevo leggere da un po' ma continuavo a rimandare per motivi di tempo.
Informazione di servizio: il Salone del Libro di Torino, che avrebbe dovuto svolgersi a maggio, è stato rimandato a data da destinarsi (maggiori informazioni qui).

lunedì 23 marzo 2020

Anche la bellezza ci salverà: la Primavera di Botticelli

Come state? Oggi vorrei portarvi in una visita virtuale agli Uffizi e precisamente a vedere la Primavera di Sandro Botticelli. Ho scelto quest'opera un po' perché, ovviamente, si collega alla stagione nella quale siamo appena entrati, ma anche perché trovo che la sua celebrazione dell'amore e dell'armonia possano darci speranza e ottimismo verso il futuro in questo momento non felice. Qui trovate la scheda degli Uffizi, nella quale potete osservare vari dettagli del quadro. Da qua invece potete partire per un vero e proprio giro del museo, di palazzo Pitti e del Giardino di Boboli senza muovervi da casa vostra. 



venerdì 20 marzo 2020

L'albero della vergogna di Ramiro Pinilla





Se è vero che, come dicono gli inglesi, non bisogna giudicare un libro dalla copertina, è anche vero che la bellissima copertina de L'albero della vergogna ci introduce subito nella storia raccontata nel romanzo. In primo piano, infatti, troviamo un uomo di spalle, perso nella contemplazione di un albero maestoso. Siamo nel 1966 e a Gexto, piccola comunità nei Paesi Baschi, l'uomo è conosciuto semplicemente come “il pover'uomo della baracca”. Da circa trent'anni, infatti, vive in una misera casupola di assi e lamiera, senza luce né acqua corrente, e trascorre il tempo curando un albero di fichi (o forse fioroni?). Lo annaffia con attenzione, allontana gli animali di passaggio e respinge le offerte di acquisto del terreno del vicino, convinto che sotto al fico ci sia chissà quale tesoro. Nel tempo, si è sparsa la voce che l'uomo sia una specie di santone e arrivano frotte di pellegrini, ma l'uomo sembra quasi non accorgersi della loro presenza. Ogni tanto riceve la visita di un piccolo gruppo di uomini e di una ragazza, e proprio questo ci porta all'immagine che intravediamo vicino all'albero: alcuni adulti e, in mezzo a loro, un bambino. Nella lunga narrazione (o confessione?) fatta in prima persona dall'uomo scopriamo che il suo nome è Rogelio Cerón e trent'anni prima, poco più che ventenne, faceva parte di un gruppo di falangisti, la milizia che, durante la guerra civile precedente alla dittatura di Francisco Franco, eliminava gli oppositori del Caudillo e in particolare i comunisti. In un clima di terrore, nel quale le delazioni servivano spesso a sanare vecchi rancori o a ottenere piccoli vantaggi, moltissime persone venivano prelevate dalle loro case nel cuore della notte e non facevano più ritorno. È proprio in una di queste notti che Rogelio e i suoi compagni portano via un maestro di scuola e uno dei suoi figli, fra le grida delle donne di casa e sotto gli occhi del piccolo Gabino, il figlio minore. Gabino non pronuncia una parola, ma il suo sguardo è talmente carico di odio che Rogelio vi legge una promessa di vendetta. Notte dopo notte, questo pensiero si impossessa della sua mente e il senso di colpa pervade la sua vita, insieme al desiderio di espiazione. L'albero della vergogna è un racconto magistrale di dolore e vendetta, una riflessione sulle motivazioni che spingono le persone ad agire in un certo modo - Rogelio non è molto convinto dai proclami della Falange, eppure ha deciso di farne parte -, ma anche una richiesta struggente di comprensione e di perdono. Con una scrittura semplice e asciutta, l'autore ci consegna il ritratto di un uomo nel quale i ruoli di carnefice e di vittima, all'inizio ben distinti, finiscono per sovrapporsi. È una narrazione ipnotica, a tratti quasi intrisa di magia, profondamente toccante. Credo che sia uno dei romanzi più belli che ho letto negli ultimi mesi e spero che vengano pubblicate in Italia anche le altre opere di Ramiro Pinilla.
Traduzione di Raul Schenardi, Fazi, 279 pagine, 18 euro, ebook disponibile. 

mercoledì 18 marzo 2020

Anche la bellezza ci salverà: Habanera cantata da Maria Callas


Oggi vorrei ascoltare insieme a voi, seppure in modo virtuale, l'aria Habanera (L'amour est un oiseau rebelle) della Carmen, interpretata da Maria Callas. Trovo che questo brano esprima molto bene una concezione dell'amore della quale probabilmente più o meno tutti noi abbiamo fatto esperienza, almeno una volta nella vita: qualcosa di sfuggente, inafferrabile, capriccioso. Quando lo cerchiamo non si fa vedere e nel momento in cui meno ci pensiamo si presenta. Va e viene come vuole, è sordo a minacce e preghiere e non conosce leggi. La superba interpretazione di Maria Callas aggiunge profondità e sfumature al testo.





Una curiosità: se vi fa venire in mente dei gatti, forse è perché avete sentito il motivetto nel più famoso cartone animato della Disney dedicato ai piccoli felini.



lunedì 16 marzo 2020

La ricamatrice di Winchester di Tracy Chevalier: l'imprevedibilità dei fili che compongono le nostre vite


Nel 1932, Violet Speedwell ha trentotto anni, ha perso l'uomo che amava nella Grande Guerra e sembra rassegnata a far parte della schiera di quelle che i giornali definiscono “donne in eccedenza”, cioè donne non più giovanissime senza possibilità di sposarsi. Anche suo fratello George non ha fatto ritorno dalla guerra, il padre è morto e l'altro fratello, Tom, si è fatto una famiglia, quindi ci si aspetta che Violet rimanga a casa per accudire la madre, anziana e incattivita dai lutti. Violet, però, non riesce più a sopportare la soffocante atmosfera familiare e quando nella ditta di assicurazioni in cui lavora arriva la possibilità di un trasferimento a Winchester coglie l'occasione al volo. In realtà si allontanerà solo di pochi chilometri, ma potrà vivere per conto proprio, anche se a costo di grandi sacrifici economici. 







A Winchester scopre un'associazione di ricamatrici che realizzano cuscini per la cattedrale e, sebbene non sia esperta di ago e filo, decide di entrare nel gruppo. L'idea di creare qualcosa che resista agli assalti del tempo la attira e fa presto amicizia con la spigliata Gilda, sulla quale però fra le ricamatrici girano dei pettegolezzi. A Winchester il suo destino si intreccia anche con quello del campanaro Arthur, più anziano di lei e sposato con una donna distrutta dalla perdita del figlio, ma irresistibile. Violet scopre così di essere molto più coraggiosa di quello che pensava, accetta le sfide che incontra sul proprio cammino e prende delle decisioni in cui crede davvero, anche se sono inconcepibili per la mentalità dell'epoca in cui vive. Tracy Chevalier ci regala ancora una volta il riuscitissimo ritratto di una protagonista estremamente umana e ci mostra come a volte i fili che compongono le nostre vite possano combinarsi in modi imprevedibili e portarci verso strade inaspettate.

Traduzione di Massimo Ortelio, ed. Neri Pozza, 287 pagine, 18 euro, ebook disponibile.




sabato 14 marzo 2020

Anche la bellezza ci salverà: I limoni di Montale


Ho deciso di inaugurare una rubrica del blog per parlare, in questo momento storico non semplice, di bellezza. Bellezza in senso ampio: poesia, pittura, scultura, musica, tutti elementi forse non necessari per sopravvivere, ma che migliorano la nostra vita. Creazioni che ci aiutano a superare un periodo negativo, ci aiutano a vedere la luce in fondo al tunnel e ci rendono persone un po' migliori di quello che siamo. Oggi quindi vi propongo la poesia I limoni di Eugenio Montale, con la voce di Nando Gazzolo e accompagnata da bellissime immagini. Ho scelto questo testo perché mi sembra particolarmente adatto a regalare qualche istante di felicità nei momenti grigi, seppure attraverso una porta semi chiusa, dalla quale possiamo intravedere l'oro dei limoni.



mercoledì 11 marzo 2020

Serie


Si era detto di parlare di serie da vedere in questo periodo? Ecco qui. La prima di cui vi racconto è in realtà un documentario in quattro puntate, disponibile su Netflix, intitolato Trump: un sogno americano. A partire dal 1975, questa miniserie ricostruisce il percorso professionale e personale dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Il documentario, grazie a interviste con amici e stretti collaboratori di The Donald e filmati di Trump stesso, delinea un ritratto complesso e non proprio lusinghiero del miliardario di New York, che viene descritto come un uomo profondamente insicuro, che ha sofferto il rapporto con un padre con pretese troppo elevate e non si è mai sentito davvero accettato dall’establishment. Di qui lo sfoggio a volte francamente pacchiano della propria ricchezza (sembra che Trump faccia mettere ovunque lavandini rivestiti d’oro), l’esigenza di apporre il proprio cognome su tutto ciò che possiede, l’uso continuo di iperboli e superlativi nel parlare. Emerge anche la psicologia di un uomo competitivo in modo malsano, che vuole affermarsi anche a costo di schiacciare chiunque sia in disaccordo con lui, e non esita a ricorrere a intimidazioni e minacce per raggiungere i propri scopi. Trump: un sogno americano è un’ottima miniserie per conoscere meglio il passato del presidente degli Stati Uniti. Sapevate che un suo sostenitore cercò di convincerlo a candidarsi alle presidenziali già nel 1987?




Passiamo poi a L'altra Grace, sempre su Netflix, miniserie tratta dal romanzo di Margaret Atwood del quale vi avevo parlato qui. L'autrice ha collaborato alla produzione della serie, infatti la trasposizione filmica riproduce fedelmente il testo narrativo. Come nel libro, anche qui l'enfasi è sulla difficoltà di raggiungere una verità definitiva, se poi esiste davvero. Grace è un'ottima narratrice, come Sheherazade, ma lo spettatore si rende conto che è lei la prima a modificare i fatti: si contraddice, fornisce versioni diverse degli eventi, indugia su alcuni particolari e ne tralascia altri. Racconta selezionando ciò che pensa possa interessare a chi la ascolta e afferma di non avere memoria di fatti cruciali. Spiega di aver detto alcune cose dietro consiglio del suo avvocato e accusa i giornalisti di aver stravolto le sue parole. Il dottor Jordan, che sta tentando di ricostruire come funziona la mente di Grace, si trova più volte spiazzato, di fronte a trabocchetti e false piste. Vaga fra incubi, desideri, voci che potrebbero essere quella di Grace o l'espressione di un'altra persona. Forse l'unico momento in cui Grace ha la possibilità di raccontare la propria verità è quando cuce la propria trapunta con la tecnica del patchwork, cioè l'unione di diversi pezzi di stoffa. Sceglie con cura quali ritagli inserire e come posizionarli e il risultato finale rappresenta la sua testimonianza definitiva. Questa miniserie è affascinante quanto il romanzo da cui è tratta: un'immersione totale nella mente oscura e complessa di una giovane donna che potrebbe essere un'assassina o potrebbe non esserlo. 





Un'altra serie che ho seguito con interesse è McMafia, visibile su Amazon Prime Video e ispirata a questo libro. Il protagonista, Alex Godman, è il giovane rampollo di una famiglia russa, residente da anni a Londra. In patria, il padre di Alex è stato un pericoloso criminale caduto in disgrazia ed esiliato in Inghilterra. Alex ha frequentato le scuole più prestigiose, ha studiato economia a Harvard e ha creato una piccola impresa di gestione di fondi di investimento. Vive serenamente con la sua fidanzata e vorrebbe condurre un'esistenza tranquilla nel rispetto della legge, ma sfuggire all'ingombrante passato familiare si rivela più complesso del previsto e Alex si ritrova invischiato in una rete di traffici illeciti, riciclaggio di denaro e boss criminali senza scrupoli. L'aspetto che ho trovato più affascinante è il ritratto della mafia moderna, ormai lontana da sicari e teste di cavallo, formata invece da criminali con abiti dal taglio impeccabile, perfettamente a loro agio in mezzo a avvocati e banchieri. Come tutta la realtà che ci circonda, inoltre, la mafia ormai è globale: un uomo che dà indicazioni tramite computer a Mumbai può muovere partite di droga in Lettonia. McMafia non è una serie piena di adrenalina e scene di azione, tuttavia la psicologia dai personaggi e la loro evoluzione sono tratteggiate con cura. Al momento è disponibile solo la prima stagione, ho letto che la seconda dovrebbe essere in lavorazione ma non ho trovato altre informazioni.




Mi è piaciuta anche Homecoming (Amazon Prime Video), nella quale Julia Roberts interpreta Heidi Bergman, un'assistente sociale scrupolosa e appassionata, che lavora presso l'Homecoming Transitional Support Centre, una struttura governativa che fornisce supporto agli ex soldati che cercano di reinserirsi nella vita civile. La donna si interessa in modo particolare a un giovane di nome Walter, ma capiamo subito che qualcosa non è andato come previsto perché si alternano scene in flashback ad altre nel presente, nelle quali troviamo Heidi che lavora come cameriera. La donna viene contattata da un funzionario del Dipartimento della Difesa che sta cercando informazioni proprio su Walter e questo apre una serie di interrogativi sul perché Heidi non lavori più all'Homecoming Centre e cosa davvero avvenisse in quel luogo. La seconda stagione è confermata, ma il ruolo di protagonista sarà affidato alla cantautrice a attrice americana Janelle Monáe.




A Carnival Row avevo dedicato qualche tempo fa un post che potete trovare qui.

Bonus: ho iniziato anche Hunters, mi sembra intrigante (in sintesi: cacciatori di nazisti negli anni Settanta in America), però ho visto solo due puntate, quindi per ora non vi so dire altro. Se invece anche voi alla fine degli anni Novanta seguivate le avventure della Tata su Italia1 e sentite un po' di nostalgia per le sue battute, i capelli cotonati e gli sguardi d'intesa con il maggiordomo Niles, sappiate che su Amazon Prime Video sono disponibili tutte le stagioni (in lingua originale). Buona visione a tutti!  



martedì 10 marzo 2020

Stiamo a casa


Credo che in questo momento sia veramente importante condividere e mettere in pratica il più possibile quello che ci viene richiesto dallo Stato: stiamo a casa. So che molte persone devono comunque uscire per recarsi al lavoro, ma oltre a questo cerchiamo di essere tutti responsabili e evitiamo di mettere a rischio la nostra salute e quella degli altri. Il Coronavirus non è un'influenza e può avere conseguenze gravi per tutti: il paziente 1 di Codogno è un uomo giovane, dinamico e sportivo, che comunque ha dovuto trascorrere due settimane in terapia intensiva. Se non adottiamo tutti misure di prevenzione del contagio, presto potrebbero non esserci posti in terapia intensiva per i pazienti che ne hanno bisogno. Chi va a sciare o in crociera, alle feste, all'aperitivo etc non è furbo, è irresponsabile. Le prossime settimane saranno cruciali per monitorare l'andamento dei contagi, quindi non facciamoci prendere dal panico, non diffondiamo fake news e seguiamo le indicazioni delle autorità. Sfruttiamo questo periodo come un'opportunità per fare una telefonata a un amico che non sentiamo da tempo, cucinare insieme ai nostri familiari, giocare a Monopoli (o Risiko, Battaglia Navale, quello che preferite), leggere un libro, fare una full immersion di serie su Sky, Netflix o Amazon Prime Video. Nei prossimi giorni vorrei pubblicare un post su alcune serie da consigliarvi e ho dei romanzi da recensire, quindi spero di tenervi compagnia. Uniti ce la possiamo fare!